Ti dirò: fondamentalmente il problema è provocato dal fatto che il credito telefonico (che è un servizio acquistato con del denaro) è espresso in euro (come il denaro stesso) piuttosto che con un'altra unità di misura, come per esempio i vecchi "scatti".
Decenni fa questa differenza c'era. Per telefonare si usavano i "gettoni", che però poi nell'uso quotidiano venivano usati indifferentemente come soldi veri, quando soldi veri non erano. Ai giorni nostri tale identificazione è ulteriormente giustificata dal decreto Bersani che stabilisce la rimborsabilità del credito acquistato e non usufruito, quindi per motivi pratici è comodo usare gli euro come unità di misura del credito telefonico. Ma in realtà dovremmo distinguere tra gli "euro soldi" e gli "euro credito". Ad esempio in Turchia fino all'anno scorso le ricariche telefoniche, pagate in lire turche, erogavano kontor di credito, e le tariffe scalavano il credito sotto forma di kontor/minuto e di kontor/SMS.
Fatta questa doverosa premessa, in Italia si è semplificata la cosa, e si è finito per fare confusione tra il denaro e il credito telefonico.
Facciamo un esempio pratico: un cliente compra una ricarica da 50 euro e riceve 50 euro di credito telefonico.
Il gestore pagherà allo Stato l'IVA corrispondente dovuta su 50 euro (20% sull'imponibile prima dell'aumento, adesso 21%), e aumenterà il credito prepagato del cliente di 50 euro.
A questo punto il cliente consumerà il credito secondo una certa tariffa stipulata con il gestore, che per forza di cose è "IVA inclusa", ma solo per modo di dire, perché l'IVA è già stata pagata dal gestore, e il gestore dovrà rivalersi sul cliente.
Se anche in Italia avessimo per esempio i kontor, la cosa sarebbe semplice:
per esempio se una ricarica da 50 kontor costasse 50 euro + IVA, il cliente pagherebbe 60 euro con l'IVA al 20% oppure 60,50 euro nel caso di IVA al 21%. In entrambi i casi otterrebbe 50 kontor, se l'iva aumentasse pagherebbe direttamente di più la ricarica e la tariffa resterebbe invariata.
Siccome in Italia si usano gli euro in entrambi i casi, è più comodo aumentare corrispondentemente la tariffa e lasciare invariato tutto il meccanismo di ricarica. Anche perché c'è il decreto Bersani di mezzo.
Non c'è altra soluzione, e non possiamo pretendere che il gestore si faccia carico dell'aumento dell'IVA. Se lo fa, bene, ma non è obbligato.
E' vero che la 3 andrà a guadagnarci in tutti i casi in cui un cliente con del credito acquistato ai tempi dell'IVA al 20% lo consumerà con le tariffe ritoccate. Ma è anche vero che in tutto questo periodo (da quando l'iva è aumentata e fino al 1 dicembre) la 3 ci ha perso su tutte le ricariche acquistate e che sono state utilizzate con la tariffa invariata.
Ultima modifica di Uncle Scrooge; 27/11/2011 alle 22:25