Caro Washakie,
credo che tu abbia fatto un pò di confusione con argomenti tra di loro differenti e ben distinti:
la definizione che hai riportato per "discriminazione" è corretto ed è esattamente quanto fa la TRE in questo caso. Un cittadino italiano ed uno rumeno sono, nel momento in cui entrano in un negozio per acquistare un prodotto o un servizio, perfettamente uguali!
Lo stabilisce la nostra costituzione:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." (Art. 3 Costituzione Italiana).
Lo stabilisce la legge italiana:
"…costituisce discriminazione ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza o l’origine nazionale o etnica, le convinzioni e le pratiche religiose, e che abbia lo scopo o l’effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o l’esercizio, in condizioni di parità, dei diritti mani e delle libertà fondamentali in campo economico, sociale e culturale e in ogni altro settore della vita pubblica" (art. 43 del d.lgs. n. 286/98)
Il successivo comma 2 precisa inoltre che “In ogni caso compie un atto di discriminazione: (…) b) chiunque imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire beni o servizi offerti al pubblico ad uno straniero soltanto a causa della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionalità”.
Lo stabilisce l'Unione Europea (di cui sia l'Italia che la Romani fanno parte):
"l'art. 12 del Trattato istitutivo della Comunità Europea sancisce chiaramente il divieto di ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità, richiedendo «la perfetta parità di trattamento, negli Stati membri, tra i soggetti che si trovano in una posizione disciplinata dal diritto comunitario e i cittadini dello Stato membro in questione»"
Quindi sul fatto che rifiutare un abbonamento con pagamento tramite RID ad un rumeno quando lo stesso abbonamento con lo stesso metodo di pagamento viene accettato ad un italiano (a parità di condizioni al contorno, cioè entrambi in regola, senza morosità o problemi giudiziari o economici) è DISCRIMINAZIONE non penso ci possano ancora essere dubbi!
Si, mi sembra proprio quello che hai detto, un gesto ingiusto e discriminante! Supponi di essere siciliano e di andare in vacanza a Cortina con un gruppo di amici milanesi. Arrivate alla reception dell'albergo, tutti i tuoi amici vengono accolti senza problemi, a te invece dicono che poichè sei siciliano, ed in Sicilia c'è la mafia, se vuoi essere ammesso devi lasciare una cauzione di 1000 euro. L'accetteresti senza fiatare?
Non ti sentiresti "discriminato"?
No, non è discriminazione se vale allo stesso modo per tutti, indipendentemente dalla razza, nazionalità, colore dei capelli o chissà che altro!
Ti sbagli, non si tratta di essere buoni, ma di essere GIUSTI! Se la legge prevede che io e te dobbiamo essere trattati allo stesso modo, perchè la TRE deve permettersi il lusso di non farlo, andando contro le regole del vivere civile?
In questa discussione l'accento non è sul "razziale", termine un pò ambiguo ma che comunque stiamo usando nell'accezione di popolo, etnia, ma sul "discriminazione", cioè sul trattare una persona appartenente ad uno stato, ad un popolo, ad un'etnia in particolare in modo differente dagli altri.