@Winston:
Non pensare che non abbia letto attentamente quanto hai scritto... anzi...
Ma a me pare così semplice!!! Facciamo un esempio.
Nel piccolo stato di Petoria abbiamo 10 centrali a carbone da 100 MWh/anno. OBIETTIVO: chiuderne una per inquinare meno.
Ora, possiamo O ridurre i consumi di 100 MWh/anno O produrre quella quantità con nuove centrali a energia rinnovabile.
Il risultato è lo stesso: riduciamo l'energia prodotta da fonti inquinanti.
P.S.: avrai usato 6503954304 diavoletti fin'ora nella discussione... hai finito?
@kiasso:
Il limite del 25% (suppergiù) è stabilito dal sistema elettrico di ogni nazione.
La frequenza di rete deve restare costante sui 50 hz, con variazioni ammesse millesimali, al limite centesimali... e questo significa che almeno il 75% della potenza elettrica deve essere generata da centrali A CARICO PROGRAMMABILE.
Ora, che un paesino riesca andare al 100% di energia rinnovabile ci può anche stare...
TANTO È SEMPRE ALLACCIATO ALLA RETE ELETTRICA NAZIONALE che gli mantiene la frequenza di rete a 50 hz.
CONCLUSIONI:
Nonostante mi stiate facendo passare per anti-ambientalista e contrario alla riduzione degli sprechi, non è affatto così.
Una delle cose che mi stanno più a cuore è la riduzione dei gas inquinanti immessi in ambiente, e sono FAVOREVOLISSIMO alla riduzione degli sprechi, ove convenga attuare misure in tal senso piuttosto che installare nuove centrali NON inquinanti.
Dunque ben venga la coibentazione degli edifici, il miglioramento dei rendimenti, una gestione più intelligente degli elettrodomestici... tutta roba che deve essere approfondita e messa in pratica.
(l'unica cosa che non mi convincerà mai per niente è il peer-to-peer energetico)
Tornando al nucleare, non capirò mai la filosofia del "tanto in italia siamo una massa di pecoroni e non ci si riuscirà mai" o del "abbiamo sbagliato nell'87 ma ormai è troppo tardi".
Io, come italiano, conservo ancora un minimo di autostima.
Nessuna nazione ha MAI ridotto la potenza installata nucleare, né mai lo farà finché non ci saranno alternative più economiche.
Reintrodurre il nucleare è necessario per riallineare i costi energetici italiani alla media europea, e anche per rispettare i limiti internazioni di emissione di gas serra.