A parte che il terrorismo penso sia il concetto politicamente più ambiguo e relativo che possa esistere (per chi subisce l'atto terroristico, chi lo compie è indubbiamente un criminale, per la fazione opposta è parimenti un patriota... alla fine, dopo cento anni, ché il tizio in questione sia ricordato come terrorista (e quindi criminale) o come patriota (e quindi eroe) dipende esclusivamente da quale delle due fazioni in lotta abbia avuto la meglio).
Hai mai pensato che tutte le cose che tu dai per scontate (la libertà di parola, per esempio, ma anche le comodità della vita moderna), sono in qualche modo figlie di atti violenti? La storia umana è piena di rivolte ed in generale atti di violenza tesi a sconvolgere lo stato sociale.
L'unità d'Italia è figlia delle guerre di indipendenza (violenza contro uno stato legittimo e sovrano, come quello Austro-Ungarico), le democrazie (o pseudo tali) moderne derivano dall'abbattimento violento del Nazifascismo, la stessa Rivoluzione francese (libertà, uguaglianza, fratellanza...) cos'è se non una serie di atti violenti verso lo stato sociale dell'epoca?
La violenza è un processo naturale, per quanto auto distruttivo, che va di pari passo con l'evoluzione umana. Negli animali il concetto di violenza gratuita (salvo rarissimi casi) non esiste, si uccide per sopravvivere (si lo so, concetto opinabile, ma passami questa semplificazione)...
Per l'uomo non è così... quanti atti di violenza, quanti omicidi accadono per "futili motivi"?
Non c'è un motivo abbastanza valido per uccidere qualcuno (ed in generale, per riallacciarci al discorso iniziale, per giustificare un qualsivoglia atto di violenza), ma alcuni "eventi", sono inevitabili, se si vuole progredire...
Senza la violenza non ci sarebbe stato il militarismo, e senza di esso, nemmeno il progresso (che non c'è bisogno di dirlo, nasce da applicazioni civili di tecnologie inizialmente militari).
Io non sto a dire che è una cosa giusta, o naturale... ma che il progresso di una società nasce inevitabilmente da un processo violento...
Ignorare questo è da ingenui...
La differenza è che ci sono persone che capiscono che il fine non giustifica i mezzi. Per fortuna. Se no ci saremmo estinti da un pezzo.
Teoria opinabile la tua, probabilmente, visto che siamo privi strutturalmente di armi naturali, e la prestanza fisica è quella che è, senza l'aggressività (che poi trova un naturale sfogo nella violenza), la razza umana sarebbe stata costretta a soccombere ad altre specie, meglio "attrezzate naturalmente", ma meno motivate (hai mai visto una qualunque altra razza animale, sterminare una specie diversa "gratuitamente"?)
Cmq, anche ignorando il ruolo dominante dell'aspetto "aggressività", nell'evoluzione umana, ciò non toglie che ci sia la possibilità che, se la razza umana non si è (auto)estinta, possa essere imputabile al fatto che ci siano sempre state un certo numero di esseri umani che hanno, machiavellisticamente parlando, guardato più allo scopo che alle persone.
I casi raccapriccianti sono storia... gli incredibili progressi in campo medico che si sono avuti nella seconda metà del XX secolo, sono figli degli orrori dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale, così come la corsa spaziale (il responsabile dei razzi vettori che hanno portato prima la tecnologia umana e poi l'uomo sulla luna era Werner Von Braun, ideatore dei razzi V1 e V2, le bombe volanti, conosciute anche come "morte alata")...
Non mi fraintendere, io sono un antimilitarista convinto, sono contro la pena di morte, ed un milione di altre forme di violenza...
ma negare la violenza come parte integrante della vita umana, è per me tanto idiota, come per te, l'ipotesi di ricorso alla violenza/prepotenza in Italia, può essere solo un sillogismo da deficenti (parole tue).
Le rivoluzioni, non si fanno con le carte bollate o con i buoni propositi...
Non che io auspichi ad una rivoluzione, una sanguinosa e sanguinaria rivolta di massa, Dio ce ne scampi!
Ma a volte, penso sia naturale, per un minuto chiedersi cosa succederebbe se, una volta tanto, tutta l'energia impiegata nello sdegno popolare in conseguenza a certe situazioni, si trasformasse nell'equivalente (molto piccolo, in proporzione), di energia violenta da rivolgere contro chi si adopra a mantenere lo stato di mortificazione sociale attuale.
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