
Originariamente Scritto da
Revolt
Io resto sempre della speranza che il tempo porti a nuove ed alternative forme di consolidamento che non siano necessariamente la fusione. Perdere soggetti operanti in un mercato comporta inevitabilmente ripercussioni negative sulla concorrenza, anche se si cerca di smentirle a tutti i costi. Come sottolineato da ibarra, le strade alternative possono portare anche alla semplice condivisione di infrastrutture, tale da alleggerire notevolmente le spese di gestione e gli investimenti. In questo modo le società rimarrebbero entità distinte e l'assortimento d'offerta più o meno ancora decente. Se diamo un'occhiata in UK, la tutela della concorrenza dai lasciti di una fusione richiede misure alquanto macchinose e complesse: lì ad esempio l'authority ha imposto l'aumento del numero di mvno per scongiurare l'aumento dei prezzi. Magari li vanno meglio, ma qui da noi vediamo che solidità e successo abbiano i virtuali: la maggioranza di essi ha finito col rendere le armi e chiudere bottega, vuoi per il mercato saturo, vuoi per la diffidenza della gente. Quello di ispirarsi al modello americano è un concetto sbagliato per l'europa che rischia di fare la fine dell'euro: gli stati ue sono ancora troppo diversi per ridurre il numero dei gestori a pochi gruppi internazionali presenti in ogni paese, con l'ingenuo obiettivo di abbattere i costi di roaming. Prima di tutto perché sono scelte non condivisibili al succedersi dei governi (l'attuale commissione si è rivelata poco incline, rimandando la discussione al 2018) e di conseguenza le fusioni finiscono col fare esclusivamente gli interessi finanziari dei papponi che sembrano non aver altro di meglio da fare che giocare a risico ... Confido molto nell'attuale commissaria dell'antitrust ...