Ad oggi se non ci sono le tariffe a consumo di 3-4 anni fa, 10 euro da far pagare obbligatoriamente a chi prima riusciva spenderne meno, sono anche troppi. Ci credo che prima i pacchetti costassero (ormai solo poco) di più: la gente aveva la possibilità di gestirsi con i piani tariffari che ora sono praticamente estinti, poiché hanno assunto costi da tariffa internazionale. Per non parlare del pagamento di tutti quei servizi che all'epoca erano gratuiti. Sentir dire che così i gestori non vanno avanti, fa solo sganasciare dalle risate. I cali che si registrano nei bilanci sono prima di tutto frutto dell'inutile guerra di prezzi che hanno messo in piedi qualche anno fa. Così come la conseguenza del fatto che se tu costringi una persona a pagare un canone semplicemente per accedere al servizio di telefonia, questa alla fine ti pianta in asso e va in cerca di altre soluzioni. Quindi non è tutta colpa del taglio delle interconnessioni e della "pressione competitiva", come lasciano credere.
Le fusioni sono pratiche realmente necessarie solo nel momento in cui la situazione finanziaria di un gruppo è diventata insostenibile. E non sembra che sia dappertutto così: sembra piuttosto l'ennesima moda finanziaria del piffero a cui in tanti si accodano come pecore anche non essendoci urgenza, ma solo perché si rimpinguano le casse. In una recente intervista sull'argomento fusione/consolidamento, ibarra parlava di un fenomeno "make sense" fra 3-5 anni da ora, non necessariamente adesso. Eppure per come la mettono gli speculatori (cioè la rovina di stati e popoli), è un fenomeno urgente ... ma a quanto pare solo per quegli schifosi papponi dei finanzieri.