Sempre più inquietanti appaiono le notizie provenienti dallo strategico mondo delle telecomunicazioni.
Da una brillante inchiesta di Marco Lillo su L’Espresso di questa settimana (n° 28 del 19 luglio 2007) si apprende che tra le innovative e “risparmiose” trovate del faraone egiziano Naguib Sawiris, padrone di WIND (o, per meglio dire, prestanome delle banche) ci sarebbe l’intento di chiudere i call center di Ivrea, Roma e Sesto San Giovanni dirottando tutte le chiamate verso Tunisi dove è in programma la realizzazione di un grande call center di proprietà del Gruppo Orascom.
Gli utenti sono avvertiti: chi intenda passare a WIND sappia a cosa andrà incontro…
L’operazione si incardina in un contesto molto più ampio, finalizzato a ridurre l’esposizione debitoria che tuttavia non deriverebbe dalla gestione industriale. Infatti “l’operazione WIND” con la quale il magnate delle tlc egiziano acquista da ENEL il controllo della società nasce sul debito.
Nel 2005 Naguib Sawiris per acquistare WIND ci mette gli spiccioli (pochi milioni di euro). Il grosso deriva da un mega prestito di un gruppo di banche: ANB AMRO, DEUTSCHE BANK e IMI SAN PAOLO che mettono sul piatto quasi 12 miliardi di euro.