Tornando al discorso sul cap, è evidente che influisce non solo sullo scaricamento e sul P2P, ma anche sulla possibilità di vedere in continuità video in streaming e trasmissioni TV su internet.
Il che, se ci si pensa bene, rappresenta un'ulteriore forma di limitazione alle libertà personali del singolo, nonché di appecoronimento alle volontà del nostro presidente del consiglio. Il quale al culmine del proprio conflitto di interessi, che le opposizioni quando sono state al governo non hanno mai voluto contrastare in alcun modo, vede internet come il fumo negli occhi perché rappresenta ormai l'unica fonte di concorrenza al suo dominio totale sul sistema delle informazioni.
Tutto ciò alla faccia del libero mercato, tanto predicato dai (finti) liberisti come lui, che strepitano per averlo, ma solo fino a che gli fà comodo. Viceversa, se per caso finisce con il ritorcerglisi contro, fanno di tutto e di più per tornare alle forme più bieche, restrittive e anacronistiche di monopolio.
Così i provider beccano due piccioni con una fava: da un lato applicando il cap possono evitare di dimensionare la rete sulle effettive necessità del numero di clienti pagante cui rubano denaro giorno per giorno, risparmiando miliardi. Dall'altro continuano a compiacere il presidente del consiglio rendendo inutilizzabile internet nelle applicazioni che a lui, e alla narrazione di una realtà inesistente fatta a uso e consumo suo e dei suoi scherani, danno più fastidio.
Inutile chiedersi, a questo punto, come mai l'italia (rigorosamente con la i minuscola) sia il paese occidentale nel quale la velocità delle connessioni è la più bassa del mondo occidentale, e sotto questo aspetto si ritrova dietro una decina almeno di paesi del terzo mondo. E anche come mai certi personaggi al potere riescano a restare per decenni al loro posto, malgrado un passato e un presente come quelli che tutti conosciamo.
Riflettete, gente, riflettete.