Il prezzo delle relazioni sociali (in ufficio)

Quanto vale un contatto su LinkedIn, l'iscrizione a un gruppo su Facebook, essere un follower di qualcuno su Twitter, in termini di produttività aziendale e di ricavi? Una domanda cui qualsiasi grande azienda, dell'hi-tech e oltre, vorrebbe saper rispondere. Ibm e il Mit (Massachusetts Institute of Technology) la settimana scorsa ci hanno provato e hanno pubblicato i risultati di una ricerca condotta su 2.600 dipendenti di Big Blue in 39 Paesi, seguiti nelle loro relazioni informali e non per un anno, da giugno 2007 a luglio 2008. Risultato: ogni rapporto stretto e consolidato attraverso una comunicazione virtuale intensa vale più del non comunicare. E fin qui, tutti d'accordo, perché demonizzare le relazioni sociali intessute in rete non paga. Ma c'è di più, ed è la traduzione in denaro di questi comportamenti: quei dipendenti che scrivono spesso e volentieri e-mail ai propri capi genererebbero in media, a fine mese, un fatturato superiore di 588 dollari. Mentre quegli impiegati con relazioni elettroniche più deboli con la dirigenza farebbero guadagnare all'azienda quasi 100 dollari in meno al mese.