Allora.
Qui la questione è spinosa, perché la legge parla chiaro: tutti gli apparecchi atti o adattabili alla audizione radiofonica e, per estensione, alla visione di programmi televisivi, sono soggetti alla tassa per la fruizione del servizio radiotelevisivo, comunemente chiamato canone RAI perché sappiamo tutti che serve a finanziare la stessa.
Ora, il problema è che purtroppo questa legge nata nel 38 è stata ahinoi lungimirante: non so se a quell'epoca esistevano apparecchi adattabili alla ricezione dei programmi radiofonici, ma adesso si.
Mi viene in mente, tra l'altro, che forse l'unico modo per ricevere i programmi radiofonici all'epoca senza l'uso di un apparecchio radioricevente era la filodiffusione, l'"antenata" dell'adsl. Anche loro pagavano il canone ? Non lo so, forse si, forse no, probabilmente se si, era integrato nel prezzo che le società telefoniche dell'epoca facevano pagare per tale servizio (a dire il vero non sono sicuro che c'era già la filodiffusione in quegli anni, probabilmente solo nel dopoguerra comparve tale servizio).
Ma torniamo a noi, e facciamoci queste domande: un personal computer è adattabile alla ricezione delle trasmissioni radio o tv? Si. Un telefono cellulare? No, perché in quest'ultimo caso o nasce direttamente con tali funzioni o non è possibile aggiungercele successivamente, almeno fin'ora.
Ma torniamo al pc (e non solo!) e la questione dell'adattabilità: in effetti non è assolutamente giusto far pagare chi possiede un apparecchio adattabile alla ricezione! Allora se io posseggo un monitor che mi serve per la videosorveglianza, che faccio, ci devo pagare sopra la tassa tv perché potrei trasformarlo in un apparecchio semplicemente..... aggiungendoci un videoregistratore????? Assurdo.
E per il pc? Peggio, perché addirittura anche senza adattarlo comprando una scheda tv (che per estensione, veditu, per *scheda tv* si intende anche la versione usb, quindi la tua osservazione al post #12 è fuori luogo), potrei ricevere via internet sia la radio che la televisione, in streaming! E quindi chi è all'estero e riceve le nostre tv e radio? Dovrebbe pagare, inviando i soldi all'erario? Ridicolo oltreché assurdo.
Per cui la tassa va ELIMINATA, non aggiornata o modificata, e se ne dovrebbero accorgere per il semplice fatto che è la più evasa GIUSTAMENTE da un numero sempre maggiore di italiani.
Comunque, il punto focale, secondo me, è nelle ultime righe dell'articolo de "La Repubblica", che riporto:
"In effetti l'origine stessa del canone viene meno, visto che un tempo doveva servire per garantire il servizio pubblico anche nelle zone in cui non rendeva trasmettere, mentre ora con il satellite si arriva ovunque senza problemi."
A che diamine serve pagare ancora per "garantire il servizio pubblico anche nelle zone in cui non rendeva trasmettere"????
A parte che vorrei capire cosa significa la resa della trasmissione: ma che c'era un ritorno economico? Non era un servizio pubblico? Naturalmente sto parlando in rapporto ai tempi, è chiaro che ora la resa c'è eccome perché più visibilità c'è, e più ritorno economico c'è da parte e per parte degli inserzionisti. Ma a quell'epoca non c'erano inserzionisti... forse giusto in Carosello, ma si trattava quasi più di spettacolo che pubblicità ed era pure limitato a poche ore serali, roba da ridere in confronto ad ora.
E poi, per l'appunto, oramai abbiamo una copertura del segnale del 100% della popolazione, in un modo (terrestre) o nell'altro (satellite), quindi BASTA pagare, BASTA con lo spauracchio degli uffici di Torino, anche se gli italiani evadono la questione non è risolta! E poi la cosa che fa rodere di più è che questi signori e la RAI prendono i soldi E dalla pubblicità E dalla tassa, per cui proprio BASTA del tutto!