Non bisogna guardare solo la forma ma in questi casi bisogna guardare la sostanza.
1) L'invio sms come forma di notifica ha dimostrato di essere carente (a proposito quanti sono quelli che non hanno ricevuto l'sms?), oltre a sollevare molti dubbi giuridici. In Italia la legislazione non è basata solo sul Codice delle Comunicazioni ma su tante altre leggi ed in questo caso si applica anche il Codice di Consumo (mai citato da Agcom) nel quale oltre a dire che è vessatorio (art.33) vuole anche che siano specificati i motivi che provocano la variazione contrattuale unilaterale. E si dimentica un diritto fondamentale sancito dalla Carta Costituzionale, la parità di tutti i cittadini. Un gestore può cambiare un contratto con un semplice sms (secondo Agcom), l'utente per recedere deve inviare una raccomandata. La parità dove sta?
2) A Wind si imputa un basso numero di recessi, ma si dimentica che nessun cliente di Wind ha telefono sim-lock o op-lock o contratti di comodati quindi fa molto prima a fare una mnp senza spendere 3,20 euro per la raccomandata. Perché a Wind non sono state conteggiate le mnp per stabilire se il messaggio era stato recepito o no?
Sono quesiti che è meglio tener conto.



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