Un valido economista sul "Corriere della Sera" l'ha praticamente distrutta...
" Il problema - spiega l'economista Carlo Scarpa - è che l'infrastruttura non ha un senso economico. Tra l'altro non toccherà né la sede dell'agenzia Europea, in nome della quale è stata concepita né l'aeroporto.
Il tracciato di dodici chilometri per metà interrato, collega il centro storico, la stazione e il campus universitario: 26 fermate in tutto, una ogni 450 metri. La previsione di traffico è di 55.000 passeggeri il giorno, con picchi di 6600 nelle ore di punta.[...]"
Lo stesso Scarpa continua con [...]Ma il costo di costruzione di una metropolitana leggera risulta accettabile quando si possono prevedere 15 mila passeggeri in ciascun senso di marcia nelle ore di punta - fa notare Scarpa in un articolo su La voce.info, scritto insieme all'ex consulente del Ministro dei trasporti, Andrea Boitani - Per sostenere una metropolitana tradizionale, di utenti ce ne vogliono 30 mila. Dunque nel caso di Parma siamo ad un quinto dei parametri di accettabilità. E si tratta di previsioni ottimistiche" notano i docenti. [...] Secondo i dati della Tep ogni parmense effettua 150 viaggi all'anno sui mezzi pubblici.
Per coprire i 15 milioni dei costi di gestione, si stimano 16,8 milioni di passeggeri l'anno: cioè 100 viaggi a testa per ciascun abitante.
Ma il bacino di attrazione della linea è più ristretto dell'intera popolazione: più o meno di 35 mila abitanti - questo spiegano gli economisti - implica che ognuno dei potenziali passeggeri dovrebbe prendere il metrò 490 volte l'anno"
del Sire: ho la sensazione che questa metropolitana - che tra l'altro raggiunge per fortuna la nuova stazione AV di Parma -> http://www.metroparma.it/ - sia creata piu' per prendere i fondi destinati dal CIPE che da una vera programmazione sul territorio. Difettuccio che imho sta anche a monte della tranvia di Firenze che salta ad esempio l'ospedale di Torregalli che eppure è lungo il percorso... cmq rispetto a Parma (dove ci si perde l'aeroporto e il centro europeo) è una quasi una quisquilia, povera Italia