H3G e cittadini non Italiani dell'Unione Europea
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H3G e cittadini non Italiani dell'Unione Europea

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  1. #1
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    basta avere un documento italiano e carta di credito italiana. Anzi col 3 power dovresti riuscire anche con c/c, non viene però accettato passaporto o documento straniero.

  2. #2
    Il Sire L'avatar di AndreA
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    Citazione Originariamente Scritto da urio Visualizza Messaggio
    basta avere un documento italiano e carta di credito italiana. Anzi col 3 power dovresti riuscire anche con c/c, non viene però accettato passaporto o documento straniero.
    La seconda parte viola diverse direttive comunitarie E non mi meraviglio che, nonostante questo problema, venga data alla rete vendita come indicazione ...

  3. #3
    Partecipante SUPER-BIG!
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    Citazione Originariamente Scritto da AndreA Visualizza Messaggio
    La seconda parte viola diverse direttive comunitarie
    Potresti dare qualche riferimento normativo? Perchè credo che le direttive comunitarie entrino nel merito dei documenti validi per la circolazione all'interno della UE, non certo sulle procedure commerciali.
    Conditio sine qua non per attivare un abbonamento è essere residenti.
    Gli unici documenti che certifichino la residenza in Italia, sono la patente di guida e la carta di identità. In linea teorica, potrebbe bastare anche un certificato di residenza, ma trovo improbabile che si chiedano certificati di residenza quando si può avere la CI.

    Nello specifico, se il cliente ha prodotto documentazione idonea, nulla osta all'attivazione.
    A meno che:
    • non sia già debitore nei confronti di 3
    • non abbia pregiudizievoli e/o protesti
    • non abbia superato il numero massimo di usim attivabili
    • sia stato disattivato in precedenza per problemi amministrativi

  4. #4
    Il Sire L'avatar di AndreA
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    Citazione Originariamente Scritto da vivalasip Visualizza Messaggio
    Conditio sine qua non per attivare un abbonamento è essere residenti.
    Ok, e questo è pacifico (non del tutto in quanto, pur di non perdere potenziali clienti, per RSM e CV si è fatto una deroga financo sull'assenza del codice fiscale e della p.iva... tanto per dire quanto fa il commerciale rispetto alle leggi).
    Sulla questione commerciale spero che alzi la voce la Commissione quanto prima in quanto, nel 2010, mi pare roba da Medioevo. Cmq è altrettanto pacifico che un cittadino comunitario non ha differenze da un cittadino con nazionalità del paese ospitante.

    Cmq, se non erro, non capisco - visto che tale obbligo commerciale sembra non riflettersi sulla utenza prepagata - perché i vari software non prevedano indirizzi esteri tanto da costringere i visitatori a dare indirizzi falsi (pura miopia ed ipocrisia tra l'altro quella di un sistema gestionale che pur non di far scrivere "residente a Chiasso (CH)" accetta quella fittizia di un albergo).

    Gli unici documenti che certifichino la residenza in Italia, sono la patente di guida e la carta di identità. In linea teorica, potrebbe bastare anche un certificato di residenza, ma trovo improbabile che si chiedano certificati di residenza quando si può avere la CI.
    Ti manca il documento più importante, il passaporto.
    Che per i residenti all'estero solitamente (cmq nella maggior parte dei casi in "pagina 2") ha una definizione esplicita quanto per gli italiani quanto per gli stranieri. E il passaporto è, ad oggi, cmq rifiutato. Seppur accompagnato da documentazione idonea (a meno di non considerare istituti come il nostro AIRE roba da barzellette).



    Nello specifico, se il cliente ha prodotto documentazione idonea, nulla osta all'attivazione.
    A meno che:
    • non sia già debitore nei confronti di 3
    • non abbia pregiudizievoli e/o protesti
    • non abbia superato il numero massimo di usim attivabili
    • sia stato disattivato in precedenza per problemi amministrativi
    Il caso specifico del 3ad pare dimostrare l'esistenza di una casistica diversa, quella ben più fastidiosa di un apparato della rete vendita che manifesta una mancanza di volontà di completare il rapporto contrattuale solo ed esclusivamente per motivi di nazionalità (britannica nel caso specifico).

  5. #5
    Partecipante SUPER-BIG!
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    Citazione Originariamente Scritto da AndreA Visualizza Messaggio
    Cmq è altrettanto pacifico che un cittadino comunitario non ha differenze da un cittadino con nazionalità del paese ospitante.
    Non c'è dubbio, ed infatti non ne ha.

    Citazione Originariamente Scritto da AndreA Visualizza Messaggio
    Cmq, se non erro, non capisco - visto che tale obbligo commerciale sembra non riflettersi sulla utenza prepagata - perché i vari software non prevedano indirizzi esteri tanto da costringere i visitatori a dare indirizzi falsi (pura miopia ed ipocrisia tra l'altro quella di un sistema gestionale che pur non di far scrivere "residente a Chiasso (CH)" accetta quella fittizia di un albergo).
    Provo a dare un'interpretazione:
    alle utenze prepagate si aggiungono, agli obblighi legislativi di identificazione del cliente (decreto PISANU), esigenze di tutela del credito e comunque legate ad aspetti legali (p.e. invio di raccomandate).

    Citazione Originariamente Scritto da AndreA Visualizza Messaggio
    Ti manca il documento più importante, il passaporto.
    Non mi risulta che sul passaporto ci siano indirizzi. E' un documento che attesta la cittadinanza, non la residenza.

    Citazione Originariamente Scritto da AndreA Visualizza Messaggio
    Il caso specifico del 3ad pare dimostrare l'esistenza di una casistica diversa, quella ben più fastidiosa di un apparato della rete vendita che manifesta una mancanza di volontà di completare il rapporto contrattuale solo ed esclusivamente per motivi di nazionalità (britannica nel caso specifico).
    Faccio fatica a credere che un dealer ostacoli un'attivazione per motivi del genere.
    A)E' un incompetente.
    B)E' competente e c'è qualcos'altro che non sappiamo.

  6. #6
    Il Sire L'avatar di AndreA
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    Citazione Originariamente Scritto da vivalasip Visualizza Messaggio
    Provo a dare un'interpretazione:
    alle utenze prepagate si aggiungono, agli obblighi legislativi di identificazione del cliente (decreto PISANU), esigenze di tutela del credito e comunque legate ad aspetti legali (p.e. invio di raccomandate).
    Sono tutte tutele che, almeno per i comunitari, non vengono meno neanche in caso di transfrontalierità. Secondo me, provando a dare un'altra lettura, c'è anche una scarsa volontà di spendere per aggiornare i sistemi per accontentare una nicchia di mercato.


    Non mi risulta che sul passaporto ci siano indirizzi. E' un documento che attesta la cittadinanza, non la residenza.
    E' indicato il comune di residenza, la certezza dell'indirizzo - almeno stando a molte direttive del min. interno - tra l'altro manco c'è sulla carta di identità e/o la patente: non sono pochi, in primis il mio, i Comuni che mantengono la stessa dizione dell'indirizzo e del civico se la nuova residenza effettiva è all'interno dello stesso territorio di competenza
    Penso che anche stavolta una certa pigrizia e paura facciano il loro compito più della legge... anche perché, come nel caso di cui sopra, non è che San Marino e Città del Vaticano si fanno questi problemi: eppure ne' a RSM ne' a CV hanno titoli esecutivi per esigere crediti e riconoscimenti della personalità giuridica, ma quei clienti li accettano e quelli comunitari residenti in Francia - dove esiste un sistema di tutela maggiore - no. E' paradossale, non trovi?

    Faccio fatica a credere che un dealer ostacoli un'attivazione per motivi del genere.
    A)E' un incompetente.
    B)E' competente e c'è qualcos'altro che non sappiamo.
    C'è anche la deplorevole soluzione C) che spero neanche di dover scrivere in quanto mi auguro che il nostro amico risolva

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