Dai primi anni '90 ad oggi il numero di studenti nelle università è aumentato del 7% e il numero dei professori è aumentato del 25%, per un totale di 13768 professori associati
senza cattedra.
Ci sono 323 corsi di laurea con meno 15 studenti (di cui 37 con un solo iscritto) e corsi creati ad hoc. A Firenze Scienze delle Religioni vanta zero iscritti.
Il 90% del Fondo di Finanziamento Ordinario è utilizzato per pagare stipendi. Molte università sforano questo limite imposto per legge. Sono proliferate poi innumerevoli quanto inutili sedi distaccate. Basta pensare che la Francia, che ha circa 8 volte la nostra popolazione bovina, ha 4 facoltà di veterinaria. In Italia ce ne sono 13.
Nelle nostre università il "tasso di omonimia" tra docenti è a dir poco imbarazzante. A medicina è di circa il 20% in media. Senza considerare il grado di parentela per via materna (dato che cambia il cognome).
Un professore ordinario (a tempo pieno) lavora in media meno di 4 ore al giorno e raggiunge uno stipendio
massimo che supera i 9000€/mese. [Va detto che ovviamente non è possibile esprimere in ore lavorative una valutazione sulla qualità dell'insegnamento.]
Aggiungo infine, sul tema della privatizzazione della scuola, che la
possibilità (non l'obbligo) per le università di costituire fondazioni di diritto privato esiste già dal 2001 (legge 23/12/2000 n° 388). L'Università di Bologna infatti è già costituita in forma di fondazione, così come il Politecnico di Milano e le Università di Venezia, Salerno e L'Aquila hanno dato vita a fondazioni.