@POBox:
No, certo, Tre non è inattaccabile, ci mancherebbe! Quello che ha fatto è molto rilevante, odioso, e altri aggettivi a scelta.
Ma il senso del mio post è quello che, credo, tu abbia ben colto. Bisogna essere sensati quando si cerca di difendere un proprio interesse. Purtroppo, io nell'atteggiamento di Tre non rilevo, rimanendo strettamente al suo ruolo di fornitore di servizi, palese cattiva fede contrattuale, e ribadisco contrattuale (il che resta un mio parere!). C'è un atto unilaterale, che rende meno vantaggiosa per la controparte la fruizione di servizi acquisiti. Niente di meno, niente di più.
La cattiva fede in senso giuridico è cosa ben diversa da quella del senso comune. In ambito privatistico, attiene solo e soltanto alle norme per le parti e alle norme generali. L'unilateralità di un'azione non è cattiva fede. Vessazione? Forse, ma cattiva fede no.
Sull'ultima parte del tuo intervento, invece, si gioca il solito paradosso: penale avverso civile. E non a caso tu parli di complicità. Lasciare in un contratto aperta la porta a comportamenti illeciti non può essere imputato alla parte che eventualmente li subisca! Pensare che ogni clausola contrattuale, ogni comportamento, deve essere disegnato per prevedere tutte le possibili storture che la controparte volesse mettere in atto provocherebbe la paralisi del meccanismo contrattuale!
Io non so se i comportamenti di cui parliamo siano illeciti. Tutto il comportamento recente di Tre fa pensare che loro li considerino tali, però. Un po' di realpolitik suggerirebbe di cercare, prima che sia troppo tardi, di abbassare i toni dello scontro, di cercare conciliazioni con Tre. Ma ho paura che sia già troppo tardi.