Innanzitutto direi che non si può ricorrere a nessuna autorità per la difesa di un proprio diritto che non è stato violato ma solo sulla base di delle informazioni che hanno lo stesso valore giuridico del "sentito dire". Si potrà cominciare a far valere i propri diritti dinanzi l'autorità giudiziaria o il Co.Re.Com. solo dopo aver ricevuto una comunicazione ufficiale della Tre dove si comunica la modifica delle condizioni economiche di fornitura del servizio.
Per quanto riguarda le dichiarazioni ufficiose attribuite al Co.Re.Com. Lombardie esse appaiono prive di qualsiasi ondamento giuridico, qualsiasi utente del servizio di telecomunicazioni ha diritto a rivolgersi al Co.Re.Com prima di esperire un'azione legale qualora siano stati violati dall'operatore le condizioni contrattuali o le proprie prerogative di consumatore indifferentemente dal fatto che lo stesso comportamento sia stato messo in atto nei confronti di altri consumatori in altri luoghi d'Italia. E' un principio voluto a tutela del consumatore quello che disegna come foro competente per la tutela dei diritti del consumatore il foro dello stesso e non vedo perchè tele principio non debba applicarsi al Co.Re.Com. pur ammettendo la diversa natura di quest'ultimo organismo rispetto all'autorità giudiziaria.
Se si dovesse seguire fino in fondo il ragionamento condotto dal Co.Re.Com. nessuno potrebbe più chiedere la tutela dei propri diritti nei confronti di una compagnia telefonica a questo organismo se la stessa compagnia avesse violato gli stessi diritti di un altro utente in un'altra regione d'Italia, tutti potete rendervi conto della palese assurdità di questa interpretazione.
Io invito comunque tutti voi a non cominciare a tempestare le autorità di controllo e simili con richieste che allo stato dei fatti sono del tutto prive di alcun fondamento sia in fatto che in diritto ed aspettare che la Tre effettivamente metta in atto quanto annunciato prima di intraprendere qualsiasi iniziativa.