Comunque non so voi, ma a me una pubblicità che non piace, per quanto possa servire per dare aria alla bocca al popolo, mi fa passare la voglia e l'intenzione di acquistare quel prodotto.
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Comunque non so voi, ma a me una pubblicità che non piace, per quanto possa servire per dare aria alla bocca al popolo, mi fa passare la voglia e l'intenzione di acquistare quel prodotto.
lo trovo grandioso il lavoro dell'agenzia pubblicitaria ed è il mio obiettivo infatti ^_^
cmq trovo che la versione volgare sia troppo azzardata... :ninja:
dipende con che intento è stato ideato lo spot... per consolidare la notorietà del marchio o per attirare un maggior numero di clienti?
solo sulla prima ipotesi ci sono riusciti alla grande.
penso che una pubblicità abbia la funzione di invogliare all'acquisto (anche perchè vengono investite certe somme di denaro quindi il cliente che commissiona l'agenzia avrà la necessità di avere un ritorno economico e non solo di immagine) ma credo che in questo caso la missione sia fallita. certo che se sono contenti loro... contenti tutti.
come non ricordare gli spot del piccione e dei finlandesi :shock: certo che se va bene a Vig***ol allora non c'è nessun problema.
OT: molto più carini gli spot di Hap***ent con le ragazze che sfrecciano in auto e sorridono verso l'autovelox e quello con Biancaneve (anche questo in chiave fiabesca ma sottolineava bene la funzione del prodotto)
Scrooge, Stesam, mica gli spot vengono fatti sempre per gli stessi motivi... e men che meno per la prima cosa che viene di solito in mente, ovveroper incrementare le vendite... ;)
Ci sono quelli che servono per far conoscere le offerte (che non necessariamente per incrementare anche le vendite), quelli per far conoscere nuovi prodotti e lanciarli, quelli per incrementare le vendite (che non necessariamente fanno anche conoscere le offerte o il prodotto), e quelli per aumentare la notorietà di un marchio, o per associare il marchio ad un certo tipo di ideale, o sensazione, piacevole o spiacevole (succede anche questo)... poi ci sono i reminder, che invece servono per mantenere i livelli di notorietà o di vendite attuali o passati, e non far scordare le cose alla gente...
E non tutte le pubblicità lavorano per avere effetti sulle vendite a breve termine... alcune rientrano in strategie più complesse dai tempi molto lunghi...
La strategia migliore è di solito lavorare a cicli alterni su tutti gli aspetti elencati sopra, ma non è detto che nemmeno questa sia la strada seguita da tutti...
La notorietà di un marchio direi che è un investimento sul futuro dell'azienda, più che un tentativo di vendere di più subito... una volta che un marchio ti si è piazzato inconsciamente nel cervello, tu ora potrai anche dire che la pubblicità ti fa schifo e non compri, però intanto il marchio sta lì, e un giorno nel futuro, con altri tipi di pubblicità, potrebbe risvegliarsi questo ricordo inconscio, e tu compreresti quel prodotto, che oggi ha fatto una pubblicità che ti ha fatto tanto schifo...
Non crediate che questi non sappiano quello che fanno. Lo sanno, e pure troppo bene, molto più bene di quello che credete. anzi, è proprio il fatto che li crediate degli stupidi, che è la loro vera forza... ;)
la realtà è che è fin troppo difficile difendersi contro strategie così...
La pubblicità di quello che vinceva al bingo e veniva schiacciato da un'auto era dello stesso marchio?
P.S.: winston mi hai fatto capire tante cose. comunque se la gente fosse educata a comprare i prodotti in base alla qualità e al prezzo, e soprattutto in base ai gusti personali, non comprerebbe qualcosa solo perché "le si è ficcata nel cervello inconsciamente".
Io so quali prodotti preferisco PER ME, e quando più prodotti mi sono indifferenti, scelgo quello che costa di meno, o che a parità di altro offre qualcosa in più...
Secondo me molti di voi investono il mondo della pubblicità italiana di una professionalità che non ha, specie nel planning creativo. Quello che dite è vero per il mercato americano-inglese, ma qui in Italia le cose sono molto più terra terra, perché terra terra è "l'audience".
Questa pubblicità nasce come divertissement (le agenzie si divertono quasi sempre a produrre versioni volgari o porno che poi girano in canali "privati") e si afferma sul colpo non di genio, ma di realpolitik di un art: gli italiani adorano, dai tempi dell'atellana, la scorreggia in scena. Diamogleila. E infatti siamo qui a parlarne.
Quanto alla reale penetrazione sul mercato del messaggio, mi piacerebbe vedere i dati. Il fatto che sia tornata fuori la versione "pulita" però mi fa pensare...
Baci
M
no no.. trattasi di gomme.. :)