Impossibile bluffare: una mappa sullo schermo localizza il posto da cui si chiama. Pensati per gli anziani e i bambini. Ma già sorgono probleimi di privacy

Niente più bugie arriva il cellulare spia

di ARTURO ZAMPAGLIONE



NEW YORK - "Dove sei?", è la domanda ricorrente della moglie che chiama il marito sul telefonino, del papà che il sabato notte si preoccupa per la figlia fuori casa o di un ragazzo in cerca di un amico. Finora ogni risposta era possibile: anche le bugie venivano mascherate dalla immaterialità delle comunicazioni via cellulare. Ma una nuova tecnologia gps, già introdotta dalla Sprint Nextel e presto offerta anche ai 65milioni di utenti della società americana Verizon Wireless, non darà più scampo. I telefonini si trasformeranno in piccole spie: sullo schermo dei cellulari comparirà una carta stradale con un punto rosso nel luogo dove si trova l'interlocutore.

La rivoluzione rischia di invadere la privacy, alimentando gelosie, mandando all'aria molti matrimoni e creando tensioni nella famiglie. C'è anche il pericolo che i maniaci sessuali ne approfittino per inseguire le loro vittime. Perché allora tanto interesse (e tanta fretta) da parte delle aziende di telefonia mobile? Semplice: la Verizon e le altre puntano al segmento giovanile del mercato, agli under 24 che già non si fanno troppi scrupoli nel condividere informazioni personali sui siti di social networking, come Facebook e MySpace, e vogliono invece rimanere in contatto costante con gli amici.

Mentre nel complesso l'industria americana dei cellulari è in ritardo rispetto ad altri paesi, parte avvantaggiata nelle nuove tecnologie di localizzazione digitale. Alcuni anni fa, infatti, le autorità di Washington hanno imposto che i nuovi telefonini fossero forniti di sistemi satellitari gps (Global positioning system) in modo da facilitare gli interventi in casi di emergenza. E le società del ramo ne approfittano ora per allargare la gamma dei servizi a pagamento. Oltre ai giovani, prevedono una forte domanda da parte di aziende che hanno i dipendenti disseminati in una stessa zona o di genitori che vogliono tenere sotto controllo i figli.

Sia la Sprint che la Verizon Wireless, una joint venture della Verizon con la Vodafone, utilizzano per i loro "servizi spia" un software chiamato Loopt e creato da Sam Altman, un ventiduenne dell'università di Stanford che si è trasformato in inventore-imprenditore. Altman è il primo a rendersi conto dei problemi di privacy e, indirettamente, dei pericoli di eventuali cause giudiziarie. Per questo ha previsto una serie di misure di protezione. Ogni utente può rendersi reperibile solo a un network di altri utenti che hanno già sottoscritto allo stesso servizio. Nessun ragazzo sotto ai 14 anni può fare l'abbonamento da solo. Nelle prime due settimane di operatività si ricevono in continuazione messaggi che ricordano che si è sotto osservazione. E chiunque può disattivare il servizio in qualsiasi momento.

Ma anche con questi accorgimenti la Sprint impone ai nuovi utenti di firmare una lunga liberatoria e la Verizon Wireless, che lancerà la nuova iniziativa ad aprile, promette di fare altrettanto. Insomma, nessun marito "localizzato" in flagrante e lasciato dalla moglie potrà chiedere un risarcimento dei danni.

(29 marzo 2008)

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