fonte: estratto da key4biz
Alla luce di queste performance, il gruppo potrebbe rinunciare alla vendita delle torri di trasmissione, avviata insieme ad H3G nel luglio dello scorso anno.
Le circa 18 mila torri delle due società, che racchiudono un appetibilissimo set di tecnologie – Gsm, Umts, Dvbh – erano già state fatte confluire nella newco Eiffel Tower Company.
Tre le offerte arrivate agli advisor (Morgan Stanley e Intesa-San Paolo): una dalla spagnola Abertis (Autostrade), che avrebbe presentato un’offerta in cordata con il gruppo di private equity Clessidra; la seconda da un consorzio formato dall’italiana Digital Multimedia Technologies (DMT) di Alessandro Falciai - attiva nel settore delle infrastrutture per comunicazioni e nell’offerta di prodotti e servizi che gestisce 825 torri e punta a salire a 1600 entro il 2010 – e dal Fondo Italiano per le Infrastrutture (F2i, adviser Lehman Brothers), affiancati dai fondi Babcock & Brown (Australia) e Rreff di Deutsche Bank e Unicredit.
La terza offerta era quella pervenuta dalla francese TdF, controllata dall’americana TPG e assistita in qualità di advisor da Lazardis.
La vendita delle torri, secondo le stime, avrebbe potuto portare fino a 2 miliardi di euro nelle casse dei due operatori telefonici.
Ma l’incerto futuro di H3G, la cui messa in vendita dovrebbe essere ufficializzata a breve, e i positivi risultati raggiunti, potrebbero far tornare Wind sui propri passi.
Per la seconda parte dell'anno, il gruppo prevede un’ulteriore crescita di ricavi, margini e utili, nonostante lo scenario macroeconomico negativo.