Nuovo giro di boa nella storia di Tim/Telecom
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Nuovo giro di boa nella storia di Tim/Telecom

  1. #1
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    Exclamation Nuovo giro di boa nella storia di Tim/Telecom

    L'odierno cda di Tim/Telecom ha sfanculato la gestione Vivendi (e Bolloré); il fondo Elliott si comporterà come gli altri predoni famelici che l'hanno preceduto?
    L'obiettivo - non troppo dichiarato - è quello di creare una nuova società a gestione pubblica per la sola gestione della rete fissa, con la possibile incorporazione di OpenFiber.

    http://www.corriere.it/economia/18_m...42c91877.shtmll

    Tim, Elliott conquista il cda e il titolo scatta in Borsa


    La lista del fondo Elliott la più votata: 10 in posti in cda, contro i 5 che vanno a Vivendi. S’inverte la rotta a piazza Affari: dal -0,8% al +1,72%


    Elliott vince la sfida in Tim contro l’azionista di controllo Vivendi. La sua lista è stata la più votata in assemblea: dieci dei 15 consiglieri saranno dunque scelti nella lista di Elliott, tutta formata da amministratori indipendenti. Entrano tra gli altri Fulvio Conti, Alfredo Altavilla e Luigi Gubitosi. A Vivendi, finita in minoranza, spettano 5 rappresentanti. Elliott ha vinto con il 49,84% dei voti, battendo la lista di Vivendi che ha ottenuto il 47,18% dei voti. La votazione è stata accolta con l’applauso dei piccoli azionisti apertamente schierati con il fondo Usa. E con il commento positivo del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: «Performance in borsa a parte, importante che diventi una vera public company, che i conflitti di interesse con gli azionisti non la danneggino più e che si acceleri su separazione rete. Monitoreremo con attenzione».

    Performance di borsa a parte, importante che diventi una vera public company, che i conflitti di interesse con gli azionisti non la danneggino più e che si acceleri su separazione rete. Monitoreremo con attenzione https://twitter.com/corriere/status/992392591101472768
    — Carlo Calenda (@CarloCalenda) 4 maggio 2018

    Il cda


    Decisivo il sostegno alla cordata americana dato dal Cassa Deposita e Prestiti, società che detiene circa il 5% dell’azionariato. Gli astenuti sono stati il 2,38%, mentre lo 0,60% i contrari. L’assemblea degli azionisti di Tim ha inoltre determinato in 15 il numero dei componenti del Cda, che rimarranno in carica per tre esercizi. Il nuovo consiglio sarà composto da: Fulvio Conti, candidato ad assumere la presidenza, il manager Fra Alfredo Altavilla, il direttore generale di Salini Impregilo Massimo Ferrari, l’economista Paola Giannotti de Ponti, il commissario Alitali Luigi Gubitosi, Paola Bonomo, l’economista Maria Elena Cappello, Lucia Morselli, il banchiere Dante Roscini e l’ex manager di Tim Rocco Sabelli. Confermati nel board Amos Genish, Arnauld de Puyfontaine e Marella MoRetti a cui si aggiungono Michele Valensise e Giuseppina Capaldo. Lunedì a Roma si riunirà il consiglio per la nomina del presidente e l’attribuzione delle deleghe operative. «Ora è una vera public company. Sono soddisfatto», ha detto Fulvio Conti, entrato in Cda come candidato nella lista Elliott e presidente in pectore di Tim, lasciando l’assemblea.

    «Vittoria per tutti gli azionisti»

    «Il voto di oggi rappresenta una vittoria per tutti gli azionisti e apre un nuovo capitolo per Tim, in cui la società può basarsi su una governance migliorata per garantire una creazione di valore sostenibile per tutti gli stakeholder»: entusiasta la nota del fondo Elliott, secondo cui quanto accaduto oggi «manda un segnale forte all’Italia» e sul fatto che gli investitori attivisti non accetteranno un governo societario sotto gli standard. Apre poi «la strada alla massimizzazione della creazione di valore per tutti gli stakeholder di Tim». Elliott continua a supportare pienamente il ceo Amos Genish e l’intero team di gestione, afferma, ed è pienamente in linea con il business plan di Genish. Stizzita la replica di Vivendi: la vittoria di Elliott, scrive il portavoce Simon Gillham, «non è stata una vittoria decisa dal mercato» ma «dal fatto che la controllata dal governo Cdp ha votato per un hedge fund americano invece che per un socio di lungo termine industriale». «Siamo sorpresi da questo. Ci domandiamo come un azionista controllato dal governo con soldi pubblici possa votare per un hedge fund americano di breve termine che fa copertura della sua quota e che quindi non è qui per il lungo termine».Vivendi fa quindi sapere che non intende disimpegnarsi da Tim e «supporta Genish e la sua strategia industriale a lungo termine. Saremo molto attenti e vigili affinché la strategia non cambi», ha ggiunto Gillham. In merito alla possibilità di dismettere una parte della quota di Vivendi, Gillham ha dichiarato che «siamo un azionista di lungo termine».

    Le deleghe

    Lunedì 7 maggio si riunirà il nuovo Cda di Tim per distribuire le deleghe. Da quanto apprende l'Ansa da fonti vicine alla lista di Elliott eletta in assemblea, le deleghe saranno tutte attribuite ad Amos Genish, confermato amministratore delegato. Anche se Genish ribadisce: «È un uomo libero, una `star´ delle tlc che può decidere di andare dove vuole, quando vuole» commenta Simon Gillham, direttore della comunicazione del gruppo francese. «Deciderà lui qual è il suo futuro ma - ribadisce - noi sosteniamo Genish, la sua strategia è stata votata unanimamente dal board». Il nuovo presidente Fulvio Conti sarà una figura indipendente per rappresentare un gruppo che vuole essere a tutti gli effetti un modello anglosassone di public company. Si tratta di un segnale al governo per far capire che il golden power, applicato alla Tim di Vivendi, è oggi superato. Tim non avrà un vicepresidente. Le deleghe fino a oggi assegnate al vicepresidente Franco Bernabè, ossia quelle che richiedono il nulla osta sulla sicurezza, saranno attribuite a un componente italiano del nuovo Cda targato Elliott. Tutte le funzioni controllo rischi, controllo interno, remunerazioni e parti correlate saranno gestite da comitati costituiti da membri del consiglio.

    Lo scatto in Borsa

    Appare nervosa Telecom in Piazza Affari dopo il balzo segnato dalla vittoria della lista del fondo Elliott in assemblea. Il titolo, balzato all’improvviso da un calo dello 0,85 ad un rialzo dell’1%, ha successivamente segnato una flessione dello 0,2% a 0,83 euro per poi riprendersi nuovamente e salire dell’1,72% nel pomeriggio. Non si muove invece il titolo dell’azionista francese, che continua a guadagnare oltre l’1% sulla piazza di Parigi.

  2. #2
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    Altro articolo del Fatto Quotidiano relativo al passaggio di mano da Vivendi a Elliott:

    Telecom Italia, la Cassa Depositi e Prestiti decisiva nel consegnare il timone agli amici Usa di Fininvest - Il Fatto Quotidiano

    Telecom Italia, la Cassa Depositi e Prestiti decisiva nel consegnare il timone agli amici Usa di Fininvest


    Il fondo Elliott batte, per poco, la lista di Vivendi, che ha preso il 47,18% dei voti. Il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti: "Eravamo favorevoli che Cassa Depositi e prestiti intervenisse in questa partita"

    Alla fine Elliott ce l’ha fatta. Con l’aiuto sostanziale di Cassa Depositi e Prestiti, il fondo attivista ha avuto la meglio sui francesi di Vivendi nell’assemblea di Telecom Italia (Tim). Il 49,8% dei presenti ha infatti votato a favore dei candidati espressi dal gruppo di Paul Singer, che, prima di questa battaglia, aveva finanziato i cinesi nell’acquisto del Milan dalla Fininvest. Entreranno a far parte del nuovo consiglio di amministrazione di Tim tanti volti noti della finanza italiana come Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Paola Giannotti de Ponti, Luigi Gubitosi, Paola Bonomo, Maria Elena Cappello, Lucia Morselli, Dante Roscini e Rocco Sabelli. Per Vivendi ci saranno invece in consiglio Amos Genish, Arnault de Puyfontaine, Marella Moretti, Michele Valensise e Giuseppina Capaldo. Esce di scena l’ex numero uno di Telecom, Franco Bernabé, che, in assemblea, ha stigmatizzato le parole di un piccolo socio che, nel suo intervento, ha parlato di interessi su Tim guidati da “lobby ebraiche e americane”. “Ci sono stati interventi deplorevoli e inaccettabili anche di tipo antisemita, che non si erano mai sentiti in questa assemblea” ha affermato Bernabè.

    La vittoria di Elliott è stata un brutto colpo per i francesi che hanno immediatamente fatto sapere di non aver alcuna intenzione di disimpegnarsi dal gruppo. Non sono poi mancate le polemiche con Vivendi che ha spiegato come il successo di Elliott “non sia una vittoria decisa dal mercato” dal momento che il fondo attivista ha vinto con il supporto della Cassa Depositi e Prestiti. Per il portavoce di Vivendi, Simon Gillham, il risultato della votazione è stato determinato dal fatto che “la controllata dal governo Cdp ha votato per un hedge fund americano invece che per un socio di lungo termine industriale”. In effetti, nel voto in assemblea, la lista di Elliott si è imposta con uno scarto di appena il 2,66% del capitale su quella di Vivendi (49,84% dei voti contro il 47,18% raccolto dai francesi). Segno che il fondo americano, proprietario del 7,87% di Tim, è riuscito a catalizzare l’attenzione di tanti grandi investitori, ma che senza il sostegno di Cdp (4,9%) non sarebbe riuscito a battere Vivendi, maggiore azionista privato dell’ex monopolista con il 23,94% del capitale.
    Alle polemiche francesi è seguita a stretto giro la risposta da Roma: in un tweet, il ministro uscente Carlo Calenda ha respinto l’attacco di Vivendi spiegando che “la maggioranza non è in mano a un fondo americano. La maggioranza non è di nessuno. Telecom è una public company, senza più un singolo azionista di controllo”. Salvo poi auspicarsi che “ si acceleri su separazione rete”. Una questione, quest’ultima, su cui Calenda ha annunciato un controllo serrato del governo uscente: “Monitoreremo con attenzione” ha scritto il numero uno del Mise. A spalleggiare la posizione del Mise è intervenuto poi a distanza anche il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti: “Se in tutta questa vicenda – i soci – hanno ritenuto di cambiare governance un motivo ci sarà” ha dichiarato Guzzetti che ha appoggiato l’ingresso in scena della Cdp. Il banchiere ha poi puntualizzato che d’ora in poi “sarà Cdp a gestire anche perché noi non interveniamo nell’operatività di Cassa Depositi e Prestiti. Siamo azionisti di minoranza rispettosi dei manager, ma ci pareva opportuno l’intervento di Cdp rispetto ai problemi di Tim, della rete e della fibra, in modo che l’Italia non fosse l’unico Paese ad avere due reti, magari parallele, per fare la stessa cosa. Vediamo il futuro cosa ci riserva”
    Intanto lunedì 7 maggio si riunirà il nuovo consiglio di amministrazione che dovrà distribuire le deleghe. A meno di ulteriori colpi di scena Amos Genish diventerà amministratore delegato, mentre Fulvio Conti assumerà l’incarico di presidente. Quanto alle deleghe su Sparkle, andranno necessariamente ad un componente italiano. Secondo quanto riferisce Il Sole24Ore di venerdì 4 maggio, per i legali di Vivendi la nuova composizione del board dovrebbe far decadere i vincoli del golden power. Verrebbe inoltre meno anche l’assunto del controllo francese di Tim rendendo superflua la richiesta dell’Unione di cedere la controllata Persidera, che si occupa della trasmissione dei canali del digitale terrestre. Dal canto suo Elliott, ha già annunciato che supporterà Genish e l’intero team di gestione. Ma ha poi aggiunto che “attende con impazienza un dialogo costruttivo e un attento esame da parte del consiglio di amministrazione e del team di gestione di Tim delle varie proposte di creazione di valore di Elliott”. Fra queste la conversione delle risparmio che diluirebbe ancora Vivendi, la separazione legale della rete dalle attività di telefonia e la reintegrazione del dividendo. “La vittoria odierna per la lista indipendente manda un segnale forte all’Italia – ha concluso il fondo – al di là di questo gli investitori impegnati nella compagnia non accetteranno un governo societario scadente”. Ma è difficile immaginare che, come auspicato da un piccolo azionista, che, visti gli interessi in ballo, Telecom sia pronta a “voltare pagina”.

  3. #3
    Partecipante Logorroico L'avatar di Marcus91
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    fosse la volta buona che riescono a fare questo benedetto spin-off?


    Iliad (minuti/sms illimitati, 30GB @ 5.99€)
    Tiscali UltraInternet

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Marcus91 Visualizza Messaggio
    fosse la volta buona che riescono a fare questo benedetto spin-off?

    Se realizzeranno l'obiettivo di fondere la rete Telecom con Open Fiber ci sarà meno concorrenza. E' scandaloso che parti dello Stato (CdP) operino in tal senso.
    Speriamo che l'Antitrust dica qualcosa.
    FlashTim+3xTe (cambiata in Tim Club) 335 su T68m (perso... :-( ) con ck3000 in auto e altro con un po' tutti i gestori...

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da alexxandros Visualizza Messaggio
    Se realizzeranno l'obiettivo di fondere la rete Telecom con Open Fiber ci sarà meno concorrenza. E' scandaloso che parti dello Stato (CdP) operino in tal senso.
    Speriamo che l'Antitrust dica qualcosa.
    Ti sbagli: è esattamente il contrario.
    La creazione di una società pubblica a cui sarà demandata unicamente la gestione della rete nazionale e non più anche i servizi telefonici e di connettività al dettaglio (che dovranno continuare ad offrire i singoli operatori telefonici con propri listini), offrirà garanzie di accesso imparziali e paritarie soprattutto in caso di guasti e di implementazione a livello territoriale; se fosse stata condotta la privatizzazione in questo modo già nel 1997, la Telecom non sarebbe stata spolpata dai vari filibustieri che si sono susseguiti da allora.
    Nel campo energetico l'esempio, sotto questo punto di vista, è illustre e consolidato (leggasi Terna).

  6. #6
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    Nuovo colpo di scena nella vicenda Tim/Vivendi: il governo irroga una sanzione di 74 milioni di euro per mancata comunicazione del controllo di Vivendi.

    http://www.repubblica.it/economia/fi...C6-P11-S1.6-T1

    Tim, multa da 74 milioni per non aver comunicato il controllo di Vivendi


    Il governo su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha adottato il dpcm per l'irrogazione della sanzione nei confronti di Tim spa e Vivendi

    MILANO - Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha adottato il dpcm per l'irrogazione della sanzione nei confronti di Tim spa, pari a 74.312.342,44 euro. La sanzione, prevista ai sensi dell'articolo 2 comma 4 del DL 15/3/2012 n. 21, è corrispondete allì'1% del fatturato cumulato di Tim spa e Vivendi s.a. in relazione agli asset rilevanti nel settore telecomunicazioni.

    L'articolo 2 è relativo ai "Poteri speciali inerenti agli attivi strategici nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni ", mentre il comma 4) parla degli obblighi di comunicazione delle società che entrano o rilevano il capitale di asset strategici in Italia. "Con la notifica - recita la legge - di cui al comma 2, e' fornita al Governo una informativa completa sulla delibera, atto o operazione in modo da consentire l'eventuale tempestivo esercizio del potere di veto. Dalla notifica non deriva per la Presidenza del Consiglio dei Ministri ne' per la societa' l'obbligo di comunicazione al pubblico ai sensi dell'articolo 114 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. Entro quindici giorni dalla notifica, il Presidente del Consiglio dei Ministri comunica l'eventuale veto". Vivendi è colpevole di non aver notificato nulla relativamente al suo ingresso in Telecom.

    La legge prevede anche le relative sanzioni. "Decorsi i termini previsti dal presente comma l'operazione puo' essere effettuata. Il potere di veto di cui al comma 3, e' espresso nella forma di imposizione di specifiche prescrizioni o condizioni ogniqualvolta cio' sia sufficiente ad assicurare la tutela degli interessi pubblici di cui al comma 3. Le delibere o gli atti o le operazioni adottate o attuate in violazione del presente comma sono nulli. Il Governo puo' altresi' ingiungere alla societa' e all'eventuale controparte di ripristinare a proprie spese la situazione anteriore. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque non osservi le disposizioni di cui al presente comma, e' soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria fino al doppio del valore dell'operazione e comunque non inferiore all'uno per cento del fatturato cumulato realizzato dalle imprese coinvolte nell'ultimo esercizio per il quale sia stato approvato il bilancio".

  7. #7
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    Ma Calenda e gli altri esponenti del governo non avevano mai visitato il sito web di Tim?
    C'è scritto a chiare lettere "Direzione e coordinamento Vivendi SA"...
    Avevano bisogno di un CdA per scoprire che Bollorè faceva il bello ed il cattivo tempo???

    https://www.tim.it/note-legali

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