L'Agcom contro le compagnie telefoniche: abolite le tariffe a 28 giorni su rete fissa
Diktat dell'Autorità contro le nuove offerte degli operatori. Quelle per telefono fisso, Adsl e fibra potranno essere solo mensili, mentre quelle mobili potranno essere al minimo a 28 giorni. Compagnie sul piede di guerra contro l'Authoritydi ALESSANDRO LONGO
ROMA - Terremoto sulle offerte telefoniche: con una delibera pubblicata in queste ore Agcom abolisce quelle a 28 giorni su rete fissa, telefono, Adsl o fibra ottica, imponendo che i canoni debbano essere solo mensili. L'Autorità garante delle comunicazioni chiede quindi a Vodafone e Wind di cambiare le proprie offerte, anche per gli utenti già attivi. Chiede invece a Fastweb e Tim di bloccare il passaggio annunciato (ma ancora non attivo) a offerte a 28 giorni. Tutti gli operatori, su fisso e mobile, sono passati o stavano passando, infatti, a questo tipo di tariffazione, che fa scattare l'addebito ogni quattro settimane invece che ogni mese. Con un rincaro dell'8,6 per cento dei prezzi e un rischio - questa la motivazione dell'Autorità - di una ridotta trasparenza tariffaria per gli utenti.
Su cellulare, invece, Agcom impone solo che le tariffe siano al minimo a 28 giorni. L'impatto maggiore ci sarà quindi sugli utenti Vodafone e Wind, che per primi avevano adottato questa tariffazione. A quanto risulta, gli operatori sono pronti a dare battaglia ricorrendo al Tar, tramite la propria associazione Asstel, ritenendo che questa mossa dell'Autorità non abbia adeguato fondamento giuridico. Secondo gli operatori infatti l'utente è tutelato a sufficienza grazie al diritto di recesso, che può esercitare entro trenta giorni dopo aver ricevuto notizia che la propria offerta passa da tariffazione mensile a quella a 28 giorni.
La delibera odierna arriva dopo una consultazione pubblica indetta dall'Agcom, che già puntava il dito su questa tendenza. Si è "compressa libertà di scelta degli utenti" e "vanificato, anche considerate le tempistiche ed il contesto di mercato, la ratio sottesa all'esercizio del diritto di recesso nel caso di mancata accettazione di modifiche contrattuali", secondo quanto già si leggeva nella consultazione dell'Autorità. Adesso, secondo Agcom è difficile per gli utenti comparare le offerte, dato che ce ne sono con entrambi i tipi di fatturazione. Il che "renderebbe il prezzo incerto".
Per Agcom è un problema soprattutto sulle tariffe fisse, dove regnano abbonamenti post pagati. Ecco perché secondo Agcom "si rende necessario fissare su base mensile la cadenza di fatturazione nella telefonia fissa" e nelle offerte "convergenti" (con servizi fissi e mobili sotto un unico canone). Nel mobile invece "ritiene opportuno un intervento che garantisca una facile comparazione delle offerte e escluda la possibilità che ulteriori variazioni del periodo di rinnovo delle offerte commerciali nascondano, in realtà, aumenti del prezzo dei servizi interessati".
http://www.repubblica.it/economia/20...-C8-P1-S1.8-T1