La stessa notizia ma riportata un po più esaustivamente dal Giornale di Vicenza:
Il Giornale di Vicenza.it - Notizie, Cronaca, Sport, Cultura su Vicenza e ProvinciaComputer rotto, Apple battuta da vicentino
CONSUMATORI. L'acquisto in Italia di un pc Usa garantito per 1 anno. Niente accordo col venditore, uno studente con l'Adusbef finisce dal giudice: il bene va sostituito, valgono i 2 anni di garanzia della legge italiana 06/10/2011
Vicenza. Davide batte Golia, il giudice di pace di Vicenza dà ragione al piccolo consumatore contro la Apple.
Protagonista della vicenda è Nils Calasanzio, 22enne arzignanese che da alcuni mesi vive in Francia per motivi di studio. Nel dicembre del 2005 acquista in un negozio monomarca di Vicenza della Apple, l'azienda informatica fondata da Steve Jobs con sede a Cupertino negli Stati Uniti, un computer a 1.300 euro. Quasi due anni dopo, nel settembre del 2007, sul monitor del computer compaiono due righe verticali che ne rendono impossibile l'utilizzo.
"Per fortuna ci sono due anni di garanzia" pensa il ragazzo che torna nel negozio dove aveva acquistato il computer per chiedere la riparazione o la sostituzione dell'apparecchio non funzionante. Ma il responsabile del punto vendita gli risponde che deve pagare la riparazione o acquistare un nuovo computer perchè la garanzia della casa madre Apple vale un anno, e non due come previsto dalla legge italiana.
"A quel punto spiega Nils Calasanzio ho pensato che non era giusto pagare per riparare o riacquistare un bene che secondo la normativa italiana sicuramente era ancora in garanzia. Ho comprato il computer in un negozio in Italia e non in Internet facendolo arrivare dagli Stati Uniti. Quindi deve valere la legge italiana e non quella che intende applicare la casa produttrice. Così ho scelto di rivolgermi ai legali dell'associazione per la difesa dei consumatori Adusbef; l'ho fatto per una questione di principio, non solo per me ma anche per creare un precedente per chi ha acquistato un computer Apple".
Fallito un tentativo di accordo stragiudiziale, l'Adusbef porta la vicenda di fronte al giudice di pace di Vicenza Maria Grazia Nupieri che conferma l'applicabilità della normativa italiana e condanna il rivenditore a restituire la somma pagata per l'acquisto del computer e a rifondere a Nils Calasanzio anche la somma sostenuta per l'acquisto di alcuni componenti installati su un altro computer utilizzato in sostituzione di quello difettato.
"Come per Nils Calasanzio, anche per tutti i consumatori che hanno acquistato beni di consumo sul territorio italiano, anche se prodotti all'estero, vale la garanzia di due anni come previsto dalla legge italiana spiega l'avvocato Elisabetta D'Este dell'associazione di consumatori Adusbef che ha sede a Vicenza in corso Palladio.
Il venditore è responsabile per qualsiasi difetto di conformità del bene che si verifichi entro due anni dalla consegna con conseguente possibilità per l'acquirente di chiedere le dovute riparazioni o sostituzioni nonché la risoluzione del contratto".
Calasanzio non è l'unico a contestare la garanzia Apple. Pochi giorni fa l'Antitrust, su segnalazione del Centro di ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti, ha avviato una procedura nei confronti di Apple per la garanzia dimezzata proposta dai rivenditori.
"Non ha importanza se il rivenditore coincide con il produttore o meno ha precisato l'Antitrust in una nota - Una volta che l'utente acquista il dispositivo in Italia, quel dispositivo deve essere garantito per due anni. Sarà poi un problema del rivenditore, se diverso dal produttore, stabilire un accordo con quest'ultimo. Ma non è certo una questione che può ricadere sulle spalle del consumatore". Al termine dell'indagine dell'autorità garante della concorrenza e del mercato, i rivenditori presi di mira potrebbero vedersi comminata una multa tra i 5.000 e i 500.000 euro. "Ci speravo, ma non ero così sicuro di vincere contro un gigante come la Apple commenta Calasanzio - È una bella soddisfazione, non solo per la cifra che non dovrò spendere per riparare il computer ma anche perché spero che questa sentenza possa essere di aiuto anche ad altri".
Nicola Rezzara