Originariamente Scritto da
gioi
Permettimi di confutare quest'affermazione, soprattutto nella sua seconda parte:
Mi pare assiomatico dire che se tu percepisci un qualche tipo di compenso, c'è qualcuno che paga. Poiché mi sembra molto difficile che chi paga sia un ente benefico (che di solito, essendo no-profit, difficilmente ha le risorse necessarie per finanziare simili "campagene"), ovviamente per dare a te X deve ricavarci qualcosa pure lui, al netto di tutte le spese.
Dare 1$ al giorno a qualcuno significa dargli (al netto di tasse ecc ecc) 365$ dollari l'anno ad un utente. A questo vanno aggiunti i costi "scalabili", cioè il costo delle infrastrutture, dell'hosting ecc ecc che variano secondo il numero di utenti.
Ipotizzando un numero minimo di 1000 utenti contemporaneamente all'anno, facendo un conto più o meno "spannometrico", tra hosting, banda, infrastrutture, costi di gestione ecc ecc, almeno un paio di decine di migliaia di dollari, facciamo sui 20.000$ (mi tengo stretto, secondo me sono molti di più).
Quindi a conti fatti 1000 "utenze" significa circa 385.000$ di spese. Per guadagnarci, tra tasse e spese varie (pubblicità, amministrazione, commercialista ecc ecc), ci deve fare almeno il doppio... ma noi per semplificare arrotondiamo a 700.000$.
Ora io mi chiedo quale genere di "elaborazione" possa costare 700.000$ l'anno (contando sui miseri 1000 utenti, che in un programma del genere, sono davvero una miseria)?
Ora in base alla mia (modestissima) esperienza in fatto di sicurezza dei dati, me la sento di escludere sicuramente industrie ed istituti di ricerca, visto che, il loro guadagno scaturisce dal brevettare prodotti, ed un sistema di elaborazione "distribuito", non garantisce quei criteri minimi di riservatezza, indispensabili per prevenire casi di spionaggio industriale.
Per lo stesso motivo me la sentirei di escludere i militari.
Per quanto riguarda università e pubblica amministrazione, sono autonomamente dotate di reti informatiche in grado di garantire la medesima potenza di calcolo (se non superiore), senza la necessità di appaltare la cosa fuori.
A questo punto mi chiedo quale genere di entità sia in grado di "investire" tali cifre per un servizio garantito solo dalla buona volontà degli utenti aderenti. A meno che...
A meno che i dati "trattati" non sia necessario "distribuirli" per renderli meno tracciabili. Oppure che i dati "elaborati" acquistino valore, non per il contenuto dell'elaborazione, ma per l'informazione aggiuntiva costituita dall'anagrafica "informatica" del client.
Insomma, fatevi furbi... Chi investirebbe milioni e milioni di $ in un sistema che ha la medesima affidabilità di una catena di Sant'Antonio, se non fosse sicuro di ricavarci un ritorno stratosferico?