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I media stanno cavalcando l'evento, peraltro annunciato (chissà da quanto tempo erano belli e pronti i "coccodrilli" nelle redazioni di tv e giornali), e in questo momento fanno tutti a gara per lasciare commenti strappalacrime in memoria di Jobs, persino quelli che fino a ieri l'avrebbero volentieri fatto a fettine.
La mia vuole essere una puntualizzazione per non lasciarsi trascinare dall'ovvietà e dal conformismo: il co-fondatore di Apple verrà celebrato e ricordato per sempre, quelle quattro giovani vite tragicamente spezzate no.
Approfittiamo di queste occasioni spiacevoli, piuttosto, per riflettere su quanto le nostre vite siano appese ad un filo sottilissimo, per imparare a vivere meglio ed in armonia con il mondo circostante.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Marco Yahoo
I media stanno cavalcando l'evento, peraltro annunciato (chissà da quanto tempo erano belli e pronti i "coccodrilli" nelle redazioni di tv e giornali), e in questo momento fanno tutti a gara per lasciare commenti strappalacrime in memoria di Jobs, persino quelli che fino a ieri l'avrebbero volentieri fatto a fettine.
La mia vuole essere una puntualizzazione per non lasciarsi trascinare dall'ovvietà e dal conformismo
Non me ne volere ma questa tua reazione è perfettamente integrata nel circolo che condanni: anzi, sai benissimo (magari inconsapevolmente) che per scalare nell'agenda degli interessi il modo migliore era intervenire su questo tema che ha più visibilità.
Premettendo che non ho una scala di valori ma che li userò SOLO PER FARE UNA BATTUTA, direi che usare un trend mediatico per spostare l'attenzione verso una propria riflessione sia quasi peggio* :P
* in realtà non è peggio, è solo una battuta: sono due parti dello stesso fenomeno. Senza questo 3ad non avresti avuto cmq spazio per parlare in questa maniera di 4 morti e della loro considerazione sui giornali, nell'agenda setting del pubblico - quanto dei media - non sono questioni così interessanti. Specie su un forum con un pubblico medio tendenzialmente molto giovane e fuori da realtà come quelle pugliesi (a cui ci posso essere vicino, per origini territoriali, per diversa prospettiva sociale e politica etc etc).
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Se fossi stato assalito dalla bramosia di far conoscere al mondo le mie esternazioni sull'argomento, avrei scelto un uditorio più qualificato (specifici blog e comunità di Mac-users) e non, in controtendenza, M3 - dove i Mac-user sono praticamente quattro gatti... :rolleyes:
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no, non ho detto questo: sono stato attento a non dare giudizi, la bramosia lo sarebbe stato. Dico che la tua risposta in questo 3ad fa parte dello stesso discorso pubblico, non sarebbe esistita senza.
E non perché tu avessi secondi fini, è un processo normale mica hai fatto una cosa bizzarra :D Altrimenti, stai tranquillo, sarei stato molto più pungente :devil: :P
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Ma che discorsi...
Allora estendendo il tuo ragionamento, Marco, smettiamo di ricordare qualunque personaggio famoso scomparso (Giovanni Paolo II, Michael Jackson, Nino Manfredi, Raimondo e Sandra, Alberto Sordi, e chi più ne ha più ne metta) perché in fondo hanno avuto una bella vita, mentre dovremmo concentrarci tutti sui morti dell'11 settembre, o su chi muore tutti i giorni per incidente stradale o sui bambini che muoiono di fame in Africa?
E' normale che la morte di un personaggio famoso abbia più rilevanza mediatica rispetto alle persone "normali". Fermo restando il riconoscimento del valore di ogni singola vita umana, secondo me non bisogna mischiare le due cose.
E' cosa buona e giusta non dimenticare che ci sono aree del mondo dove la gente muore e soffre, e forse bisognerebbe pensarci tutti più spesso. Ciò non significa che ricordare la morte di una persona che in qualche modo ha contribuito a rendere il mondo un pochino migliore, che ha lasciato un segno insomma, sia sbagliato solo perché questa persona è famosa e ha visibilità mediatica.
Poi certo, magari ci sono altre persone che lasciano segni anche più grandi ma di cui nessuno se ne accorge, e muoiono nel silenzio generale, ma non è mica colpa di Steve Jobs.
E' normale che il dispiacere per la sua morte non è lo stesso dispiacere che provo pensando al terzo mondo, come non è lo stesso dispiacere che proverei per un mio familiare.
Tu confondi la visibilità mediatica (che tutto sommato è un prodotto commerciale, e segue logiche di mercato) con l'importanza di quella morte.
Per quanto riguarda Mondo3, siamo un sito che tratta di tecnologia e un topic sulla morte di Steve Jobs mi sembra più che naturale.
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Anch'io sono perfettamente consapevole che Jobs non era una persona qualunque (ritengo che sia stato, soprattutto, un grandissimo stratega del marketing e non un uomo che abbia realmente cambiato le sorti dell'umanità intera) ma ieri bastava farsi un giretto sul web e sulle pagine dei quotidiani mondiali, per essere travolti da un vero e proprio tsunami di "coccodrilli" e commenti stucchevoli ben oltre il limite dell'ipocrisia (n.b.: oggi è già stato tutto drasticamente ridimensionato); per non parlare, poi, di quelli che sono andati ad attaccare santini e portare fiori agli Apple Store di mezzo mondo (ci sarebbe da discutere parecchio anche in merito a questo dilagante genere di manifestazioni)... :eek:
Per questo credo sia necessario levare una voce critica, sottolineare certe reazioni smisurate e rammentarsi ogni giorno che nessuno di noi è invulnerabile.
Tutto qua.
Vi linko un interessante articolo al riguardo, che peraltro condivido in toto:
http://www.corriere.it/economia/11_o...759d2c3b.shtml
Pifferaio magico. E spietato
Simbolo del sogno americano, ne aveva i pregi e i difetti: genio visionario, ma anche imprenditore duro e spietato
Dal nostro inviato MASSIMO GAGGI
NEW YORK - Febbrile, visionario, spietato. Con una capacità incredibile di comprendere i bisogni tecnologici della gente, di anticiparli. Lontano dalla società, che studiava come un entomologo, eppure sempre in grado di sorprenderla e sedurla con i suoi oggetti magici, dai cubi bianchi dei computer Apple di prima generazione, all’iPad2 : tecnologia resa amichevole in una scatola dal design affascinante. Le centinaia di milioni di «fan» che lo piangono sanno che la gioiosa attesa che per decenni li ha eccitati, è finita: non ci sarà più una next big thing di cui favoleggiare, un’invenzione a sorpresa del «pifferaio magico». E così la mezza delusione di due giorni fa per l’annuncio di un nuovo iPhone, il 4S, meno rivoluzionario di quello che si era favoleggiato sui siti specializzati, si sta già trasformando in mesta rassegnazione. La Apple del successore Tim Cook continuerà a mettere sul mercato prodotti e tecnologia d’avanguardia, ma la magia se n’è andata per sempre.
DODICENNE PRECOCE - Quando, negli Stati Uniti, scompare un grande imprenditore partito da zero, si tende ad etichettarlo come della «quintessenza del sogno americano». La definizione calza anche per Jobs, la cui avventura imprenditoriale, nel 1976, è partita dal classico «garage», quello del padre adottivo. Ragazzo geniale, pratico, intraprendente, come nella tradizione Usa, che, quando aveva appena 12 anni, telefonò a William Hewlett, fondatore e presidente della Hewlett-Packard, per proporgli una sua idea tecnologica in materia di radiofrequenze. Hewlett - anch’egli nato professionalmente in un «garage», il primo della storia della Silicon Valley – rimase ad ascoltarlo per venti minuti e alla fine non solo gli regalò tutto quello che gli serviva per realizzare il suo progetto, ma gli offrì anche un posto di lavoro alla HP. Ma l’avventura di Jobs è molto più di un sogno imprenditoriale realizzato. Abbandonata l’università dopo pochi mesi, Jobs non è mai stato un ingegnere né un matematico, né si è mai considerato un manager. Eppure, con la sua geniale capacità di creare l’innovazione che cambia le regole del gioco, ha incrociato scienza e prodotti in un modo unico: vero Thomas Edison dei tempi moderni.
AMERICANISSIMO - Quanto all’industria, se i grandi dell’Olimpo americano sono i pionieri che hanno completamente rivoluzionato un settore – Henry Ford l’auto, Andrew Carnegie l’acciaio, John Rockefeller il petrolio – che dire di Steve Jobs che di rivoluzioni in pochi anni ne ha guidate addirittura quattro? Sotto le bandiere della Apple sono cambiati in modo radicale il modo di fruire la musica, il «computing», le telecomunicazioni e la cinematografica digitale. Nell’ultimo spicchio della sua vita, con l’iPad, Jobs non solo ha sfornato l’ennesima magia, ma ha anche cominciato a modificare i destini del giornalismo, ricreando sui dieci pollici del suo schermo la sensazione della carta da sfogliare e ricreando i «giardini recintati» delle applicazioni a pagamento, dopo la lunga stagione del «tutto gratis» dell’informazione online che ha dissanguato gli editori. Salutato da molti professionisti dell’informazione come un «salvatore», il capo della Apple ha poi gelato tutti imponendo vincoli e tariffe elevate. Genio, visionario, ma anche imprenditore duro, spietato, che non regala nulla e pretende sempre moltissimo. Dagli altri e anche da se stesso. Americanissimo anche in questo.
06 ottobre 2011 16:40
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quoto il discorso di Uncle
second me il dolore che proviamo per qualcuno che se ne va dipende da quanto questa persona era da noi conosciuta, sia a livello personale che mediatico
quando muore un personaggio famoso che ha rappresentato "qualcosa" nella nostra vita, che ha influito in alcuni nostri momenti, in qualche nostra scelta, che è stato in un modo o nell'altro nei nostri pensieri per tanti anni ha per forza un senso diverso da qualcuno che non abbiamo mai sentito nominare prima
può essere giusto o sbagliato ma direi che è assolutamente naturale e non può essere giudicato perché si tratta comunque di un sentimento
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Sono stato in lutto da molti giorni
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Citazione:
Originariamente Scritto da
SteveJobs
Sono stato in lutto da molti giorni
vado un pò OT ma scusate è + forte di me e non voglio fare polemica!
Mi pare un pò di cattivo gusto iscriversi ad un forum e farsi chiamare Steve Jobs, quando non lo si è!!