La vicenda del piccolo aereo che ieri è precipitato a Thiene, schiantandosi contro un'abitazione ha ricordato all'opinione pubblica un altro triste episodio. Si tratta del grave incidente occorso a Casalecchio del Reno il 6 dicembre 1990, quando un velivolo dell'Aeronautica Militare Italiana è precipitato contro l'ITC Salvemini uccidendo 12 ragazzi di 15 anni.

Ebbene sembra incredibile ma io prima di ieri non ne avevo mai sentito parlare! Ho cercato qualche notizia su google ma anche in rete si trova veramente poco. Qualcuno ha voglia di condividere i suoi ricordi dell'epoca? Cosa fu scritto sui giornali e quale fu la reazione della gente?

Ecco un articolo che ricostruisce (parzialmente) la vicenda:




Il 6 dicembre 1990 un Aermacchi MB 326 dell’Aeronautica Militare italiana precipitò dentro alla II A dell’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno uccidendo 12 studenti di quindici anni.
Oltre a loro, 88 persone vennero ricoverate ed a 72 di esse fu in seguito riconosciuta invalidità permanente. Nonostante si sia trattato della più grande strage di adolescenti in tempo di pace, di questa storia non si è mai parlato molto, complice il fatto che a distanza di pochi giorni scoppiò la prima Guerra del Golfo.
Ma cosa successe esattamente quella mattina? La maggior parte della gente è convinta che il tenente Bruno Viviani dovette affrontare una grave ed imprevedibile emergenza quando già si trovava sopra il cielo di Bologna e che si lanciò con il paracadute dopo aver fatto tutto il possibile per evitare una tragedia. Le cose non andarono esattamente così. L’avaria difatti si verificò parecchi minuti prima, quando l’aereo era ancora a nord di Ferrara. Solo una serie di scelte sciagurate portò questo mezzo ingovernabile sopra una zona densissimamente abitata quale la città di Bologna.
Molte osservazioni andrebbero inoltre fatte su questo velivolo, di concezione degli anni ’50 e che aveva recentemente registrato gravi problemi. Anche l’iter giudiziario fu qualcosa di assurdo. Teoricamente saremmo di fronte ad uno scontro fra il Ministero dell’Istruzione e quello della Difesa. Lo Stato contro lo Stato. E l’Avvocatura di Stato decise allora di prendere le difese dell'Aeronautica. Perciò, i genitori che avevano mandato i propri figli in una scuola statale, in un luogo che ritenevano sicuro, si trovarono lo Stato al processo non come alleato ma come avversario. Gli imputati vennero assolti in appello "perché il fatto non costituisce reato". Personalmente ritengo evidente che sia il pilota che gli addetti alla torre di controllo non capirono la vera entità del guasto e non furono in grado di gestire l’emergenza. Da Ferrara la scelta giusta sarebbe stata quella di dirigersi sul mare. Vennero invece assolti proprio sulla base del fatto che fecero tutto il possibile per far atterrare quell’aereo. Una macchina preposta alla salvaguardia delle persone, diventa perciò più importante delle persone stesse.
Mi pare che in questa storia vi sia qualcosa che non funzioni. Il Comune di Casalecchio e l’Associazione Vittime del Salvemini, nel frattempo, chiesero più volte l’approvazione di una legge che vietasse le esercitazioni militari sui centri abitati. Nessuno li ascoltò. Il 26 gennaio 1998 la Cassazione confermò l’assoluzione degli imputati, il 3 febbraio un aereo americano, volando a bassa quota, tranciò i cavi della funivia del Cermis uccidendo venti persone.
Nei giorni immediatamente precedenti e successivi al 6 dicembre, a Casalecchio, ogni anno si ricorda questa strage con concerti e manifestazioni. Il 6 dicembre, invece, è sempre stato dedicato al silenzio.
Quest’anno (2006), per la prima volta dopo 16 anni, quel silenzio verrà rotto dalla proiezione, nella scuola stessa, del film ‘I ragazzi del Salvemini, che ho realizzato con Giuliano Bugani, Rossella Caterina Lippi, Massimiliano Valentini e grazie al supporto dell’Associazione Culturale Ondanomala. Un grande onore, un’enorme responsabilità. Affinché il ricordo possa restituire a Deborah, Laura, Sara, Laura, Tiziana, Antonella, Alessandra, Dario, Elisabetta, Elena, Carmen ed Alessandra, quella giustizia istituzionalmente negata.