Originariamente Scritto da
AndreA
Intanto leggo quest'articolo:
Dieci anni di omofobia
I crimini legati all'odio sono aumentati in modo intenso nel corso dell'ultimo decennio in Europa.
In particolare c'è stata una recrudescenza nei fenomeni di antisemitismo e di violenza contro gay e lesbiche. Sono queste le principali conclusioni del rapporto 2007 dell'Ong statunitense Human Rights First, che lavora in difesa dei diritti umani. Il rapporto si riferisce agli avvenimenti del 2006 e spiega come i governi europei (soprattutto in Francia, Germania, Regno Unito, Federazione Russa ed Ucraina) si siano impegnati nel combattere i crimini legati all'odio razziale, anche se la strada da percorrere per sradicare queste pratiche è ancora lunga.
La violenza contro gli omosessuali sta diventando poi sempre più visibile in molte parti d'Europa, sebbene solo Svezia e Regno Unito si siano impegnati a monitorare tali attacchi in modo dettagliato e ufficiale.
Una maggiore presenza pubblica degli omosessuali in molti casi ha portato con sè un incremento nella retorica omofobica e nelle ripercussioni violente. Questo è stato ad esempio il caso delle manifestazioni Gay pride organizzate in cinque città dell'Est Europa - Mosca, Bucharest, Varsavia, Riga e Tallin - durante la primavera e l'estate del 2006. Nel corso della conferenza di presentazione del rapporto, Maureen Byrnes, direttrice di Human Rights First, ha affermato che "la violenza motivata da pregiudizi razziali rimane un serio problema in Europa. Mentre alcuni paesi come Francia, Germania e Regno Unito si sono impegnati a monitorare sistematicamente questi crimini, la maggior parte dei paesi non raccoglie nemmeno dati per compilare statistiche sul problema. Questo riflette una sottintesa indifferenza da parte di molti governi".
Ma laddove non arriva la politica, ci pensa la magistratura. È il caso del nostro Paese, dove è ancora presto per parlare di pacs all'italiana, ma si apre una prima breccia nel dibattito sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, gay compresi. Il gup del tribunale di Roma, Claudio Carini, ha deciso di ammettere come parte civile ad un processo penale il convivente di un omosessuale, Roberto Chiesa, ucciso nella capitale il 7 marzo scorso. Il giudice ha riconosciuto come Mario Chinazzo, 67 anni, abbia subito un "danno diretto e conseguenziale", dalla morte di Chiesa, con il quale conviveva dal 1982. Anche la sorella della vittima, Graziella, è stata ammessa a partecipare al processo, che si aprirà il prossimo 8 novembre.
Al contrario, non è stato riconosciuto il diritto a costituirsi parte civile del comune di Roma e dell'Arcigay, in quanto "non è stato ravvisato un danno giuridico rilevante". Si tratta della prima ammissione ad un processo penale del convivente di una coppia gay. Mentre in sede civile, infatti, era già accaduto che al compagno di un omosessuale fosse riconosciuto un risarcimento, la giurisprudenza penale aveva visto solo precedenti di coppie eterosessuali. Ecco perchè Chinazzo nutriva molti dubbi sul fatto che la sua richiesta potesse essere accolta. Visibilmente commosso, l'uomo ha detto di "essere felice, perchè il riconoscimento del giudice dimostra che sono qualcuno". È felice perchè "ha diviso la sua vita con Roberto per 25 anni", e gli faceva star male "pensare di non essere nessuno per la legge". Il suo legale, Daniele Stoppelli, è riuscito a provare "l'esistenza di un rapporto materiale e affettivo che andava avanti da più di vent'anni", come ha dichiarato lo stesso avvocato, facendo appello a "disposizioni testamentarie, rapporti patrimoniali, scritti privati e testimonianze dei vicini di casa".
L'Arcigay ha parlato di "decisione storica, che non potrà non fare giurisprudenza". Ha espresso soddisfazione, perchè "la magistratura, recependo un'esigenza profonda della società, ha riconosciuto, prima della politica, il valore sociale di tutte le convivenze, omo ed etero". Ma dall'altra parte non può mancare il rammarico, perchè "non è possibile che gli omosessuali siano costretti a dimostrare il loro amore a colpi di scartoffie e carte bollate". Ragione per cui c'è bisogno di una legge, perchè "l'Italia diventi finalmente una nazione europea". Esigenza ribadita dall'ex presidente dell'Arcigay e deputato della Sinistra Democratica, Franco Grillini.
"Da tempo – dichiara Aurelio Mancuso presidente nazionale di Arcigay - denunciamo quanto emerge dal rapporto "Hate crimes survey" 2007 redatto dall'associazione "Human Rights First" sui rischi che corrono le persone appartenenti alla comunità lgbt (lesbica, gay, bisessuale, transgender) italiana".
"La relazione – prosegue Mancuso - è precisa e puntuale. La più importante associazione non governativa mondiale che si occupa di diritti umani, traccia un quadro particolarmente esatto. A giugno abbiamo consegnato prima al viceministro agli interni Marco Minniti e poi alla Commissione Giustizia della Camera, un dossier contenente tutti gli atti di violenza per omofobia che la nostra comunità ha subito negli ultimi anni.
Quello dell'omofobia è un fenomeno in esponenziale crescita e l'Italia è paese a rischio perchè priva di leggi che ci tutelino e che puniscano i reati d'odio per orientamento sessuale. Gli omofobi troppo spesso si travestono da rappresentanti delle istituzioni non degni di un paese civile ed europeo.
Se sindaci o amministratori non mostrano rispetto alcuno per le persone omosessuali come può essere possibile dare il buon esempio civico? E' necessario cambiare il modo di pensare delle persone per poter arrestare questi fenomeni di violenza facendo tutti quanti uno sforzo per abbassare i toni dello scontro politico ed ideologico e agire per il bene di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
Anche il silenzio è colpevole - sottolinea ancora Mancuso - e purtroppo gran parte dei rappresentanti istituzionali, leader di partito e ministri, preferiscono tacere pur essendo coscienti che l'ondata di odio omofobico che ha investito il nostro Paese, produce sofferenza ed esclusione. Aveva ragione Martin Luther King quando sosteneva: "Non mi preoccupa tanto l'orrore chiassoso dei violenti, quanto il silenzio dei giusti".
Invitiamo ancora una volta i capigruppo di Camera e Senato a velocizzare l'iter del pacchetto antiviolenza che prevede, tra l'altro, l'estensione della Legge Mancino per i reati compiuti in odio all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Consideriamo – conclude Mancuso - questa una priorità irrinunciabile per un paese che voglia dare una risposta seria a questa ondata di intolleranza e di omofobia".
Pubblicato il:
23.08.07 , http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=68307 via www.humanrightsfirst.com/