Riporto il link ad un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, ripreso anche dal Messaggero di oggi, riguardante le problematiche sollevate.
Non sono ferrato sulle questioni così specificatamente tecniche ma, per completezza d'informazione, vi segnalo che poco tempo fa anche Zibri aveva segnalato nel suo blog un serio problema di "privacy" degli iPhone.
Personalmente non farei "spallucce" su una questione del genere ma comincerei a preoccuparmi seriamente non solo del fatto che un apparecchio possa fare unicamente quello che vuole il costruttore - e non il detentore dell'oggetto stesso - ma che si sia, soprattutto, ben guardato dal farlo sapere in giro.
Alla faccia della correttezza e della trasparenza di chi propugna il "think different".
Qualcosa di analogo pare sia purtroppo accaduta anche sui nuovi computer Apple con processore Intel (l'utilizzo del chipset "Palladium" o "trusted computing", presumibilmente per evitare l'installazione del software OS X su altri computer non prodotti da loro) ed è stata segnalata sul blog di Paolo Attivissimo; l'azienda, tuttavia, non ha mai ufficialmente sentito il bisogno di rompere il riserbo sull'argomento.
Da quando ho comperato un iMac ed ho iniziato a documentarmi, mi sto sempre più accorgendo delle politiche avide e distorte che vengono praticate a Cupertino - che non vanno certo in direzione del libero mercato e della concorrenza.
Non sono mai stato un seguace di zio Bill, per cui spero i fanboys di zio Steve non me ne vogliano per questi pareri dissonanti...