(ANSA) - Benvenuto a Prandelli, addio a una generazione di campioni. Sara' pure un Mondiale di transizione, quello che l'Italia si appresta a vivere in Sudafrica; e il suo capitano Fabio Cannavaro (GUARDA IL VIDEO) e' pronto ad applaudire il nuovo e a farsi da parte. Intanto pero' la voglia di giocarsela fino in fondo, dal 14 giugno col Paraguay, e' intatta: perche' a 36 anni sara' sicuramente l'ultima azzurra per l'uomo che sollevo' la Coppa a Berlino, e perche' vista l'aria potrebbe essere addirittura l'ultimo palcoscenico in assoluto. ''Siamo Campioni, eppure sembra che arriviamo al Mondiale da ultimi della classe. Io dico attenti: non succede, ma se succede...'', le parole di
Cannavaro. Il fatto e' che il difensore napoletano e' in scadenza di contratto con la Juve, il diritto di opzione non e' stato fatto valere dal club bianconero, e dal 1° luglio l'uomo simbolo del quarto Mondiale potrebbe ritrovarsi senza squadra. Chiuderebbe così di un colpo con una vita da azzurro e una carriera da campione. ''Ma non ne faccio un problema: l'eta' ha i suoi vantaggi, uno e' saper gestire queste situazioni. Io - chiarisce - voglio andare avanti, e non mi sento vecchio. Certo pero', a decidere quando un giocatore smette non e' mai l'interessato, semmai gli altri. E se dovessi fermarmi, non sarebbe un problema''. Pensare positivo: nel paese del tifo contro, non solo per scudetto e Champions,
Cannavaro ha sempre rappresentato il sorriso azzurro, l'uomo del 'miracolo italiano', la vittoria dell'ottimismo anche quando tutto ti rema contro. ''Gli sfotto' ci sono sempre stati, ricordate quello striscione 'Giulietta e' 'na zoccola? - dice oggi il difensore - Certo, quest'anno si e' esagerato. La maglietta di Materazzi anti-Juve? Io gli ho mandato i complimenti per la Champions. Per il resto lui difende il suo, io il mio: e io so di averlo vinto sul campo, lo scudetto del 2006. Diciamo che lui si tiene la maglietta ironica, io mi tengo la medaglia...''. L'avventura bianconera, pero', sta per scadere. Il contratto scade il 30 giugno, finora la nuova dirigenza non ha preso contatti ''perche' Marotta aveva altre priorita', e non c'e' fretta: c'e' una nuova societa', con Andrea Agnelli si e' tornati ai tempi di Umberto, sì anche di Giraudo: stiamo a vedere''. Cosi' rispunta in Cannavaro l'idea di un'esperienza all'estero, piu' che un ritorno a Napoli (''amo la mia citta', ma le scelte della societa' sono state diverse''). Con l'amarezza di vedere il calcio nostrano sull'orlo del precipizio: ''Oramai abbiamo raggiunto il limite - spiega Cannavaro -. Ripeto spesso l'allarme su campi e stadi. Ma c'e' altro: l'ultima in casa con la Juve abbiamo dovuto interrompere la partita per i fumogeni. Giochiamo alle 15 d'estate e fermiamo le partite per neve d'inverno''. E non e' questione di Mourinho e le sue accuse al sistema Italia (''se mancherà? Piu' ai media che a noi''). Viene piuttosto da pensare, con Elio Germano, agli italiani migliori di chi li guida.
Cannavaro in ogni caso va oltre, e ribadisce un senso di appartenenza contro ogni polemica. ''Renzo Bossi non tifa Italia? Io mi sento italiano al cento per cento, e mi vengono i brividi all'inno: se poi ad altri non riesce, liberi di farlo, ma non so perche'''. Cosi', c'e' da giurarlo, si emozionera' anche quando Mameli tornera' per un'altra Italia e Prandelli. ''E' bravissimo, l'ho avuto a Parma: e' adatto alla panchina azzurra. Quanto a questa nazionale, e' vero che non ha piu' un Baggio ma ha orgoglio e voglia. Nessuno si aspetti lo spettacolo, noi siamo altra cosa. Di fenomeni in giro non ne vedo, Balotelli ha pagato i suoi problemi disciplinari, e d'altra parte si può fallire una Champions con Messi e Cristiano Ronaldo, no?''. E con Cannavaro? ''Ho vinto il Pallone d'Oro ed era merito della squadra, ho giocato una stagione più brutta e la Juve perdeva per me: io non mi sento per niente vecchio, voglio andare avanti. Stiamo a vedere''. E anche in quel caso, se succede...