Purtroppo in Italia, e non solo in Italia, i gestori possono cambiare le carte in tavola senza dover giustificare nulla.
Il consumatore ha il diritto di recedere. Purtroppo i gestori veicolano una parte importante degli apparati per cui se uno recede dal contratto per adesione relativo all'offerta telefonica si trova a pagare penali, spesso ingiustificate, sui terminali.
Sono ingiustificate per due ordini di motivi.
Il primo è che i terminali spesso, in accordo con i produttori, vengono sovraprezzati al solo fine di veicolare la clientela verso la vendita a rate. Questo accade per due motivi. Il primo è quello di legare il cliente per 30 mesi ad un operatore non lasciandolo libero di saltellare tra le offerte e le opzioni, il secondo è quello di far apparire l'offerta del gestore più conveniente di quello che è. Vodafone l'iPhone non lo compra mica a 734 euro iva compresa ma il consumatore è portato a dividere il costo che sosterrebbe comprando il cellulare cash per il numero delle mensilitá del vincolo e detrarre questa spesa dalla quota del suo abbonamento allinclusive.
Il secondo è che pagando le penali alle volte si va a pagare il terminale addirittura più che pagandolo cash.
Purtroppo quindi il diritto di recesso diventa un rovescio che il consumatore si piglia in faccia e gli lascia il segno.
Legarsi a un operatore per 30 mesi sapendo che l'operatore può cambiare le carte in tavola e che di fatto il diritto di recesso non è conveniente non mi sembra una cosa consigliabile.
A mio avviso gli operatori dovrebbero avere il diritto di rimodulare le loro offerte tranne a chi si è legato con loro con un terminale a rate. Altrimenti significa che il consumatore consegna le proprie @@ al gestore e le poggia sul ceppo senza un minimo di possibile difesa.
Negli altri casi invece la rimodulazione dovrebbe essere possibile solo se si verificano rilevanti variazioni dei costi che il gestore deve affrontare per offrire il servizio.